Due elicotteri, Pegaso 1 e 2, primi ad arrivare sul luogo della tragedia. Il medico Pasquale Gagliardi racconta il ritrovamento della bambina
CIVITA – La bambina di 9 anni, vittima della piena del Raganello ricoverata presso la Terapia Intensiva Pediatrica, diretta dal professor Giorgio Conti, della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, ha trascorso la notte in condizioni stabili, «in costante supporto respiratorio meccanico». La prognosi, fa sapere l’ospedale, resta riservata.
I soccorritori sono riusciti ad arrivare a Roma grazie agli elicotteri della Elitaliana che, per primi, sono giunti sul luogo della tragedia. Pegaso 1 e Pegaso 2, insieme agli elicotteri dell’Esercito e dei Vigili del Fuoco hanno prima cercato le persone che erano state portate ad oltre sette chilometri da dove si trovavano nel momento della piena.
Lo spettacolo che si è presentato agli occhi dei piloti e dei soccorritori, anche se abituati ad arrivare per primi nei luoghi di tragedia, era terrificante.
I corpi degli escursionisti semi sepolti dal fango e poche tracce di vita intorno.
Pasquale Gagliardi ha soccorso la piccola di 8 anni dopo la piena del torrente Raganello, nella gola del Parco naturale calabro-lucano. “Pochi minuti e sarebbe stata trascinata via. So che stanno facendo tutto per lei, ma non riesco a non preoccuparmi”.
Una manina coperta di fango che si aggrappa alla divisa verde del soccorritore. È quella di Chiara, la piccola di otto anni salvata ieri, nelle ore drammatiche della piena del torrente Raganello, e strappata alla melma che ha schiacciato nelle gole gli altri.
A postare su Fb un’immagine simbolo dell’altra strage di agosto è Pasquale Gagliardi, anestesista e dirigente medico del servizio di Elisoccorso della Regione Calabria. C’era lui sul primo elicottero della Elitaliana chiamato dai soccorritori alpini.
Quello stesso elicottero che, grazie all’abilitazione dei piloti al volo notturno, ha potuto trasferire la bambina prima ca Castrovillari a Cosenza e, successivamente, a Roma.
“Era assiderata. E tremava. E facevano fatica a trattenerla i due operatori del Soccorso Alpino, perché la piena rischiava di portarla via”.
“So che al Gemelli di Roma stanno facendo di tutto perché migliori, so che del padre e della madre non ci sono notizie, purtroppo”. Pasquale scrive sulla sua pagina, sotto quel frammento d’immagine che rappresenta la speranza dentro un’altra tragedia. “E ….da oggi questa è la foto della mia vita, della sua vita…grazie Dio ….qui la mia trattativa con te è andata a buon fine!”.
Pasquale scrive ancora : “UNA “GIORNATACCIA” CHE TUTTI I CALABRESI DEVONO VIVERE E DOVRANNO RICORDARE CON MOLTO RISPETTO…ho davanti agli occhi ogni fotogramma…il terrore, la paura, il gelido freddo!! Negli occhi di chi ho soccorso e forse una domanda abortita nella loro mente… sarò rimasta orfana? Saranno vivi quelli che erano con me?…( lo leggevo nei loro occhi persi) e dei tanti parenti, in cerca dei loro cari sperando che non fossero fra i morti…OGGI SONO SCESO ALL’INFERNO”.
Racconta adesso: “Non ho potuto fare a meno di testimoniare. Emozione, lutto, dolore”. Difatti anche alle nove di ieri sera posta ancora : “Sono pieno di fango, avvilito per i tanti morti….ma felice per la piccola strappata alla morte”. Minuti drammatici quelli del salvataggio.
“Chiara non parlava, farfugliava qualcosa. Non potrò mai dimenticare quel tremore e la sua mano che toccava le nostre mentre la issavamo a bordo”. Da lì in volo verso l’ospedale di Cosenza, per i traumi riportati e le condizioni critiche ai polmoni. Poi il trasferimento al Gemelli. Ma la battaglia di Chiara continua. È stata trasferita dall’ospedale di Cosenza al Policlinico Gemelli di Roma, nel reparto di terapia intensiva, dove è stata messa in sedazione profonda.
La prognosi è riservata, viene ventilata artificialmente e presenta insufficienza respiratoria acuta dovuta a inalazione di acqua fangosa.