VITERBO – Il quadro tracciato dalle risposte sullo stato di salute delle PMI della provincia di Viterbo, nella prima metà dell’anno, è quello di un’imprenditoria locale in risalita, che si sta rafforzando sulla strada della ripresa, che però appare ancora rallentata.
Tutti gli indicatori sui risultati aziendali passati alla lente dell’indagine congiunturale della Federlazio, si presentano positivi, e così anche le aspettative per il secondo semestre.
Anche l’attività di investimento risulta stabile, e ciò è tutt’altro che secondario, visto che sono essenzialmente gli investimenti a dare linfa alle prospettive di crescita di un azienda.
Accanto a questo si respira un clima meno negativo anche per quanto riguarda il sentimento degli operatori nei confronti della situazione economica generale.
Ancora una volta si è confermata la tenuta dell’occupazione; e se, contemporaneamente, continua a diminuire il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni, significa che qualcosa di positivo è in atto nella realtà delle nostre piccole e medie imprese.
Crescono i contratti a tempo determinato e si contrae l’utilizzo di quelli a tempo indeterminato.
Sulla materia è intervenuto il cosiddetto “Decreto Dignità”, a cui recentemente abbiamo dedicato uno spazio seminariale per gli operatori delle nostre aziende.
Mentre, da un lato, occorrerà verificare se le novità ed i vincoli introdotti per i contratti a termine faranno automaticamente crescere il lavoro stabile; dall’altro, rendendo più oneroso (e rischioso) per le aziende l’utilizzo dei rapporti a tempo determinato – cioè quelli che finora hanno sostenuto gli incrementi degli organici aziendali – potrebbe verificarsi una stretta su questi ultimi, senza che si produca un aumento di quelli a tempo indeterminato, con l’effetto di lasciar fuori dal mercato del lavoro molte persone, che altrimenti potrebbero accedervi.
In tal caso, i risultati realmente ottenuti, finirebbero col contraddire le buone intenzioni.
Restano altri due aspetti da porre in risalto.
In primo luogo la ancora debole vocazione all’internazionalizzazione da parte delle PMI di questa provincia, ma – in verità – anche degli altri territori regionali.
E questo, malgrado l’insostituibile ruolo dell’export per il presente ed il futuro di questa dimensione d’impresa, stante una domanda interna ancora rallentata.
Ed i dati sulla correlazione del grado di internazionalizzazione sullo sviluppo dell’occupazione, dovrebbero far intensificare azioni ed investimenti in tale direzione.
Occorre, dunque, per le Piccole e Medi Imprese un cambio di passo in termini di discontinuità rispetto alla cultura ed ai modelli imprenditoriali tradizionali.
Per poter competere con la concorrenza internazionale, oltre che ad un necessario processo di innovazione ed ammodernamento delle imprese e dei processi produttivi, non può prescindere da un’amministrazione pubblica efficiente e snella, che guardi agli effetti della sua azione sulla comunità sociale ed economica, anziché essere ripiegata su se stessa; e da una giustizia civile rapida, che sappia ridare certezze.
Tutto questo dovrà essere necessariamente accompagnato dalla modernizzazione del sistema infrastrutturale, che in questa provincia significa, in maniera ovvia ed imprescindibile, il completamento della Trasversale Orte-Civitavecchia.
Ma – non ultimo – occorre una politica che conosca veramente le difficoltà, le sfide reali e le attese del nostro sistema produttivo; che sappia ben valutare le problematiche, che sia in grado di decidere in maniera rapida e consapevole, non lasciandosi tentare dalle sirene dell’ideologia e dei personalismi.
INDAGINE CONGIUNTURALE VT I sem 2018