Forse dopo tanti anni si è potuto ascoltare nella storica sala di Ercole preso il Palazzo dei Priori di Viterbo un discorso sensato intenso e pienamente orientato nell’interesse della città e dei cittadini.
In forma tecnica e professionale, come d’altronde lo è il nuovo consigliere Alfonso Antoniozzi, nella sua capacità teatrale, ma nel contempo semplice, ha cercato di far entrare un vento nuovo e fresco dentro un ambiente stantio e monotono a cui è arrivata la politica odierna.
Nel considerare le ambiziose linee programmatiche di mandato della giunta Arena, egli ha portato come esempio il mestiere del regista, il quale presenta un progetto teatrale o cinematografico con tante idee ed ambizioni, ma ad un certo punto è arrivata la domanda più ovvia nella vita quotidiana.
Tutto bello ma come pensa di realizzarlo?
Ecco il punto cruciale di anni di promesse poco mantenute, manca il foglio del come, infatti nel gioco della politica i programmi senza il come possono esseri validi, ma fuori, nel mondo della vita quotidiana è considerata carta straccia.
Alfonso, nello spiegare il perché, si aspettava qualcosa di meglio sulla linea guida della Giunta Arena, porta due esempi molto calzanti.
Nel primo esempio cita un nostro celebre concittadino Cesare Pinzi, che incitava a prendere la nostra storia, raccontarla e fare in modo che i cittadini ne siano talmente orgogliosi da diventare parte integrante con chi ha costruito la nostra città.
Se i cittadini fossero istruiti, tramite l’assessorato alla cultura, cosa che può fare solo lui, a sentire suo ogni singolo mattone del proprio paese, non avremmo i problemi di degrado in cui versa la città oggi.
L’emergenza culturale di questa città è proprio quello che racconta Pinzi “l’orgoglio cittadino”, ma purtroppo nessuna amministrazione si è impegnata a far scattare questo orgoglio nei propri cittadini.
Si parla tanto di valorizzazione della “Macchina di Santa Rosa”, ed ecco il secondo esempio, infatti la Macchina di Santa Rosa al netto delle considerazioni personali, quindi togliendo la tradizione, la religione e l’affetto, ci racconta una sola cosa che è comune a tutti, cioè, che se 100 persone litigano ed hanno diverse visioni del mondo, in un giorno solo, mettono tutto questo da parte e si concentrano in un unico e comune obiettivo, voluto come miracolo, infatti miracolosamente questa cosa enorme e pesante vola sulle strade della città.
Quindi, continuando, Antoniozzi, incita il nuovo assessore alla cultura, Marco De Carolis, a slegarsi dall’idea che la cultura sia necessariamente asservita al turismo, e se questa amministrazione, in 5 anni, sarà capace di restituire ai cittadini viterbesi un sano orgoglio di appartenenza cittadina, i problemi piccoli, come i rifiuti il degrado ecc., che attualmente ci troviamo ad affrontarli come grossi, sicuramente scompariranno.
Un buon regista conosce prima di tutto i suoi collaboratori, quindi, sempre rivolgendosi all’assessore De Carolis, Alfonso spiega che i collaboratori dell’assessorato alla cultura, non sono gli impiegati, anche loro necessari, ma le associazioni che lavorano nel territorio.
Considerato che il nuovo assessore alla Cultura è un giovane organizzatore, tutto sommato prestato alla politica, viene incitato ad uscire dal circolo vizioso di una cattiva politica che guarda solo alle prossime elezioni e non alle prossime generazioni.
Sperando che Marco De Carolis non appartiene a questo mondo, viene incitato di nuovo ad uscire, a portare il mondo reale dentro il Consiglio Comunale, perché politicamente va bene anche un programma che non sia dettagliato, ma ricordate che nel mondo reale questo programma non funziona sarebbe bocciato.
Le persone elette dal popolo sono tutte chiamate per rendere la città migliore e non per essere rivotati tra cinque anni.
Bene è proprio su questa frase conclusiva che vogliamo trasmettere un messaggio a tutti i cittadini:
“Ascoltate e riflettete quando mettete la X in quell’urna”
Ogni genitore ha i figli che si merita, forse oggi possiamo avere la possibilità di voltare pagina, in quanto abbiamo persone che amano la città e non la poltrona, diamogli la possibilità di farlo.
In conclusione, non ci sorprende, che tutta la stampa locale, si è concentrata sulle promesse fatte dall’amministrazione, ma si è ben guardata dal citare, forse, l’unico intervento concreto da cinque anni a questa parte, che probabilmente meritava un applauso, ma, d’altronde, si sa bene che la stampa è complice della politica nel gettare fumo negli occhi dei cittadini.