Il sostituto procuratore Alessandro Gentile sta vagliando la corposa documentazione presentata dal professor Sammarco e Pierantozzi, legali della società che si occupa dello scarico del carbone e dei servizi annessi nella centrale di Torre Valdaliga
CIVITAVECCHIA – Davide contro Golia? No, Minosse contro Enel. Lo scontro tra le due parti è iniziato da quando il colosso dell’energia elettrica e proprietario della centrale a carbone di Civitavecchia ha deciso di appaltare il servizio di scarico dalle carbonieri e servizi vari in violazioni palese, secondo Minosse, della legge che regolamenta i porti.
Tutti ricordano l’estate torrida appena trascorsa tra manifestazioni, incontri sindacali e tavoli di concertazione finiti in Regione con quella che sembrava essere una fumata bianca.
La vertenza carbone, ovvero sul dispositivo della gara riguardante i servizi connessi alle operazioni per la centrale di Torre Valdaliga Nord, sembrava aver raggiunto una quadra, un senso compiuto.
Regione, Comune, Autorità Portuale, Enel e organizzazioni sindacali e imprenditoriali sembravano aver trovato la via della pacificazione quando i dirigenti di Enel dichiararono che l’azienda, nel suo bando, avrebbe rafforzato ulteriormente le garanzie per i lavoratori attualmente occupati nel servizio, ovvero i dipendenti della società “Minosse” e i soci della Compagnia Portuale Civitavecchia.
Oltre alla cosiddetta clausola sociale, sarebbe arrivata anche la garanzia che il loro utilizzo sarebbe stato retribuito sulla base di una tariffa e non dell’effettivo impiego orario nelle operazioni che svolgono all’interno delle stive delle carboniere.
In molti si sono presentati a questa gara che, ad un certo punto, ha superato il limite di legge e spinto gli avvocati della Minosse, Angelo Sammarco e Enrico Pierantozzi, a rivolgersi sia alla magistratura ordinaria in sede civile che in quella penale.
Un esposto di molte pagine con una marea di allegati. La cosa più eclatante, rimane il differimento della consegna delle offerte da presentare ad Enel.
Infatti, poco prima della scadenza posta in calce sul bando, Enel diramava una comunicazione di differimento di qualche ora. Ad esempio se erano le 13 le buste potevano essere consegnate anche entro le 20.
Questa però non è l’unica delle anomalie riscontrabili sul bando.
Una denuncia pesante con accuse pesantissime.
La Procura di Civitavecchia ha aperto un fascicolo e assegnato al sostituto procuratore Alessandro Gentile le indagini.
Al momento non sappiamo se ci siano già degli indagati o se il fascicolo sia contro ignoti.
Certo è che Minosse non è più disponibile a “giocare” con Enel che, a detta loro, non solo non ha rispettato il patti ma ha agito in aperta violazione di legge.
Tutte accuse messe nero su bianco a fine settembre e che sembrerebbero aver stimolato gli inquirenti a vederci chiaro ancor prima che la gara venga assegnata.
Minosse ha deciso di fare una vera e propria battaglia per la tutela dei lavoratori e il rispetto della legge che disciplina l’attività portuale.
Purtroppo Enel, secondo i legali di Minosse, continua a raggirare ciò che la legge 84/94 prevede. Non è pensabile mettere sullo stesso piano aziende autorizzate con quelle che non hanno i requisiti e maestranze.
Insomma, dopo i tanti ricorsi al TAR pendenti, ci sarà da discutere anche in sede penale. Gli inquirenti sono chiamati a chiarire vari aspetti della vicenda e in molti sono convinti che, l’aver assegnato il fascicolo a Gentile, già impegnati in altre inchieste legate al porto, sia la persona giusta per trovare quelle risposte che ad oggi non sono ancora arrivate.