Ufficio legale zeppo di lavoro. In soli 20 giorno sono già in crisi e il presidente ricorre agli “amici” esterni per tamponare le falle
CIVITAVECCHIA – Come avevamo anticipato in esclusiva qualche giorno fa, il Ministero del Tesoro, ha fatto nominare dalla Prefettura di Roma un commissario ad acta per gestire la spinosa vicenda legata ai maxi risarcimenti sui dazi chiesti dal colosso del petrolio Totalerg.A nulla sono valsi i tentativi di “papi” Di Majo per cercare di salvare il figlio da una fine ingloriosa e la prima parte del sogno realizzato, cioè riuscire ad avere un incarico di prestigio pur non avendone le capacità, è crollato quando è arrivato il decreto di nomina di Guglielmo Trovato.
Sarà quest’ultimo ad occuparsi, d’ora in avanti, della vertenza aperta con TotalErg e cercare di trovare una soluzione, quella più indolore possibile per l’ente che, al momento, grazie alla totale incapacità manageriale dell’attuale presidente, Francesco Maria Di Mejo, si ritrova in situazione di default (altro che 13milioni di utili).
Questa però non è che la punta dell’iceberg. Già perché il 16 novembre il presidente dovrà affrontare la gogna, cioè quella di essere ascoltato davanti agli altri 15 presidenti di AdSP su tutte le sue ultime bravate davanti a Toninelli e Rixi. A nulla sono valsi, si dice, i tentativi del presidente di farsi assistere da “papi” in questo confronto che, ci dicono, sarà durissimo.
Cfft ha chiesto 40 milioni di danni. Chiquita ha lasciato il porto di Civitavecchia. Minosse abbandonata alla sorte. Traffico auto crollato. Le scelte di Di Maio passeranno alla storia per averle sbagliate tutte. Dalla prima all’ultima.
Ad esempio, sarà cura di qualcuno (ci dicono) di segnalare alla Corte dei Conti che questo soggetto, cioè Di Maglio, ha cambiato la pianta organica aumentando l’ufficio legale gestito da Losco di ben due unità circa venti giorni fa.
Ebbene, voi non ci crederete ma, per trovare una soluzione alle sue scelte, si sta avvalendo di avvocati esterni. Nei decreti di nomina, che si guarda bene dal pubblicare ma che noi abbiamo, giustifica gli affidamenti esterni per un eccessivo carico di lavoro dell’ufficio legale.
Dunque, in soli 20 giorni, l’ufficio legale di Losco è andato in tilt.
Tornando all’incontro del 16 presso il Ministero dei Trasporti, dove ci sarà finalmente questa audizione, il presidente Maria Francesco Di Majo ha un jolly da giocare o lo giocherà di certo con Toninelli.
Nel corso degli ultimi due anni, infatti, l’AdSP da lui diretta, è riuscita a fare più “ponti” di Autostrade Spa.
Già perché molti non sanno dei suoi lunghi ponti (l’ultimo per Ognisanti) e del suo debole per le tutine attillare e gli scarponi pelosi da montagna dove scia come Alberto Tomba.
Ama la montagna e, evidentemente, detesta il mare. Non possono esserci altre motivazioni. E’ inspiegabile l’abilità con la quale ha distrutto il Porto di Civitavecchia in meno di due anni.
Ieri, un quotidiano locale, ha fatto riferimento ad ingerenze politiche o a tutor messi a fianco dello spaesato presidente da Nicola Zingaretti ma sembrerebbe non aver sortito gli effetti preventivati.
Non basta più la telefonata di “papi” agli amici ministri, giudici, magistrati ed ex presidenti della Repubblica in quiescenza.
L’uomo, o meglio, il “bambinone raccomandato”, si trova spesso ad arrossire davanti ai suoi interlocutori sempre più spesso.
All’inizio gli capitava di diventare rosso solamente davanti ad una impiegata di Molo Vespucci ma adesso è praticamente impossibile capirne il perché.
Con un commissario già nominato e un altro in procinto di esserlo sta cercando di porre rimedio ad una situazione, al momento, insanabile.
Chiunque arriverà al suo posto dovrà fare in conti con la sua eredità. Ha trasformato Molo Vespucci in una Hiroschima appena colpita da “Enola Gay”. Trovare ancora qualcosa in piedi è difficile.
Infine, nell’estremo tentativo si salvare la poltrona, come suggeritogli dai suoi sponsor tecnici (papi ed altri), il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Francesco Maria Di Majo ha convocato per domani pomeriggio alle 17,30 una conferenza di servizi nel corso della quale auspica che, con il contributo di tutti i soggetti interessati, si possa arrivare alla soluzione di una vicenda che tanto sta costando in termini economici ed occupazionali. Alla conferenza di servizi sono stati invitati a partecipare, tra gli altri, il Comune di Civitavecchia, la Città Metropolitana, la Regione Lazio, le forze politiche, sindacali e imprenditoriali. Al momento è difficile ipotizzare quale sarà la soluzione prospettata per consentire il ritorno a Civitavecchia delle navi della Chiquita. Va ricordato che gli operatori hanno tempo fino a giovedì per poter evitare che la prossima nave, che sarebbe la terza consecutiva, scelga per scaricare il porto di Livorno anziché quello di Civitavecchia. Tutto lascia comunque ritenere che la soluzione potrebbe essere quella di prorogare fino a giugno 2019 l’ordinanza con la quale si consentirebbe alle navi di scaricare alla banchina 24, anziché alla 25 come stabilito nell’ultimo contestato provvedimento.