Disagi presso Policlinico Tor Vergata e Asl Roma 2 e 3. Tre delle aziende ospedaliere che non hanno firmato il nuovo contratto con SDS e GPI per la gestione di Cup, Recup e amministrativi del Lazio. I lavoratori che stanno garantendo il servizio sono uno sparuto numero, coloro che, per paura di rimanere senza lavoro, hanno accettato le miserabili condizioni del nuovo contratto. Una decurtazione sul salario di 200-300 euro e un contratto di terzo livello “multiservice” invece di quello nazionale del commercio di quarto livello, come prevede la loro mansione. Eppure, una nota della Regione Lazio del 26 settembre in risposta al Ministero del Lavoro specifica che ” l’amministrazione regionale ha già da quindici giorni stipulato un importante accordo con Cgil, Cisl e Uil per assicurare nel cambio appalti del Cup regionale il totale riassorbimento dei lavoratori e il mantenimento dei livelli retributivi. Tale è stato l’impegno del governo regionale, che la legge approvata questa settimana alla Pisana – il collegato alla legge bilancio – contiene una norma che stabilisce per ogni ulteriore cambio appalto la regola del mantenimento dell’anzianità di carriera a fini retributivi. Ovvero la più importante disposizione a tutela dei salari dei lavoratori degli appalti. Probabilmente al Ministero ignorano tutto ciò, e siamo convinti che si dedicheranno ad un opportuno approfondimento del dossier. Spiace dover registrare come il Ministero del Lavoro, invece di utilizzare l’esperienza del Lazio come best practice per migliorare la disciplina nazionale in materia di cambio appalto, aderisca alle proposte di taluni consiglieri di opposizione per sabotare il tanto lavoro fatto con le organizzazioni sanitarie per avviare un appalto che difende i lavoratori e garantirà migliori servizi ai cittadini della regione”.
Best practice, ovvero buona prassi, esperienza eccellente, la migliore. Quella da prendere a modello. Questo dice di sé la Regione Lazio in materia di gare d’appalto e tutela dei lavoratori, e per rendere ancora più vera la cosa approva anche la legge regionale n16 del 18 settembre 2007 che prevede l’obbligo per Regione e società controllate di salvaguardare livelli occupazionali, salariali e diritti acquisiti dai lavoratori, o in caso contrario la risoluzione del contratto.
Con tutti questi buoni propositi i migliaia di lavoratori a cui sono stati prospettati contratti “da fame” e che stanno versando lacrime e sangue pur di difendere la loro posizione, possono dormire sonni tranquilli, oltre alla Regione Lazio ci sono i consiglieri regionali( soprattutto quelli viterbesi) che stanno lottando per loro, anche se nessuno li ha né visti, né sentiti.