Filippo Rossi direttore artistico di Caffeina, al panel di Più Libri Più Liberi con i festival del territorio: presenti InQuiete (Roma), Liberi sulla Carta (Rieti) e Potere alle Storie (Latina)
“Quale è il modello che ha permesso a Caffeina di crescere? Direi che un modello specifico non c’è, non c’è stata una ricetta buona per ogni situazione, se non la volontà di fare le cose, di farle crescere e di osare”: ha risposto così Filippo Rossi ad Arianna di Cori, giornalista di Repubblica, che ha moderato “Festival del territorio”, l’iniziativa coordinata dalla Regione Lazio tenutasi l’8 dicembre alla Nuvola di Fuksas durante “Più Libri più Liberi”, manifestazione culturale ormai punto di riferimento nazionale della piccola e media editoria. Riuniti ad un tavolo per discutere e dibattere delle reciproche esperienze c’erano, oltre a Filippo Rossi per Caffeina, Francesca Mancini per la rassegna di cultura “militante, politica e femminista” InQuiete, che si svolge al Pigneto a Roma; Fabrizio Moscato per Liberi sulla Carta – Fiera dell’Editoria indipendente che dopo dieci anni a Fara in Sabina si è spostata quest’anno per la prima volta nel centro storico di Rieti e Graziano Lanzidei per Potere alle Storie, il festival delle Narrazioni giunto alla sua seconda edizione a Latina.
“Nel nostro agire ci sono state delle scelte, questo sì”, ha continuato Filippo Rossi: “Abbiamo iniziato oltre dieci anni fa in un piccolo cortile nel centro di Viterbo con le automobili e i motorini che ci giravano intorno e abbiamo scelto di continuare senza spaventarci. Questo perché crediamo che le città siano luoghi, oltre che da vivere, da creare; addirittura, da ricreare ogni giorno, dando il proprio contributo all’identità di uno spazio urbano che non può essere che plurale: e abbiamo scelto di non aspettare, arrivando anche a sostituire eventualmente la politica e le istituzioni se rimanevano inerti visto che la cultura, come scrive Luca Ricolfi sul Messaggero, è diventata ormai la grande e inspiegabile assente dell’agenda politica italiana. In questi anni abbiamo poi provato a far crescere Caffeina occupandoci principalmente di creare dei contenitori, che potessero essere casa per ogni contenuto proposto con buonafede e dotato di qualità culturale; Bauman parla di nostri anni come di una contemporaneità liquida e l’acqua, se non costruiamo brocche e recipienti, scivola via senza lasciare nulla dietro di sé”. L’incontro si è chiuso con l’impegno e l’auspicio, da parte degli intervenuti, a riorganizzare un secondo appuntamento di approfondimento e condivisione.