Il M5S rimane l’unico partito a difendere la salute e a chiedere Giustizia: infatti gran parte della classe politica ternana accolse con entusiasmo il progetto, proposto dalle Acciaierie, per realizzare un “parco urbano pubblico” sopra le scorie della discarica di Valle!
Il consigliere regionale Andrea Liberati e il Senatore Stefano Lucidi, promotori di un’interrogazione parlamentare sull’inquinamento prodotto dalle acciaierie di Terni, rendono noti i risultati delle analisi effettuale dall’ARPA Umbria e già a conoscenza del Ministero dell’Ambiente e dell’Istituto Superiore Protezione Ambientale.
L’area AST del sito Terni-Papigno, classificato Sito di Interesse Nazionale, è contaminata da “fluoruri di 114 mg/l con limite di 1,5; solfati 2500 mg/l con limite di 250; alluminio 2208 g/l con limite di 200; arsenico 43 g/l con limite di 10; cromo totale 60070 g/l con limite di 50; ferro 391069 g/l con limite 200; manganese 1829 g/l con limite di 50; nichel 4520 g/l con limite di 20”
Come annunciato nei giorni scorsi abbiamo depositato l’interrogazione parlamentare Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01005 sulla questione dei veleni AST.
Data la gravità della situazione invieremo nelle prossime ore lo stesso testo anche alle Procure per portare a conoscenza ufficiale anche la Magistratura dei fatti relativi ai livelli di inquinanti riscontrati da ARPA Umbria, e chiedere che intervenga immediatamente, con ogni mezzo a disposizione.
Al Ministro chiediamo invece due cose, che si avvii una fase di analisi di tutta l’area industriale per verificare lo stato dei luoghi, e poi una interpretazione preventiva della norma anche se a nostro giudizio la legge è estremamente chiara: se un’azienda causa un disastro ambientale e mentre esegue le proprie attività industriali ne trae profitti, allora questi ultimi possono essere confiscati e destinati alle bonifiche di quei luoghi.
I livelli di veleni e inquinanti riscontrati da Ministero dell’Ambiente, Ispra e Arpa Umbria, sono assolutamente allarmanti e necessitano un intervento urgente.
D’altronde anche lo stesso Comune di Terni aveva emesso due importanti ordinanze in merito, motivate e al fine di “porre in essere le misure straordinarie indispensabili per prevenire fenomeni che possono compromettere la salute pubblica” ordinando il divieto di utilizzo e la captazione delle acque sotterranee a scopo domestico, irriguo, igienico sanitario nonché idropotabile da eventuali pozzi privati ubicati nell’intorno degli stabilimenti siderurgici AST, ma anche “il divieto di coltivare all’aperto prodotti ortofrutticoli per l’alimentazione umana o animale, nonché l’allevamento di animali all’aperto” nelle aree limitrofe allo stabilimento AST in zona Prisciano.
A nulla valgono quindi le opposte giustificazioni dell’azienda, appena arrivate a mezzo stampa che adducono alla storia e al passato i livelli di inquinamento, perché come sempre accade si eredità tutto nel bene e nel male, quindi bonificare e restituire alla società è un onere che spetta agli attuali proprietari, e anche in caso di cessione futura, questi oneri resteranno in capo all’azienda. Ed è per questi motivi che chiediamo la restituzione dell’utile aziendale al territorio.
Alla luce di questi fatti appare evidente che la città di Terni, il suo territorio, le sue risorse naturali e la sua storia millenaria, così come è stato per Taranto, è stata aggredita, erosa e maltrattata. Un territorio importante che qualche piccolo politico regionale tenta di sminuire e ridurre a grigia periferia industriale, ma tutti sappiamo adesso che così non è.
Il fiume, la fabbrica, il treno, il proletario … un mondo ottocentesco che non esiste più.
Stefano Lucidi – M5S Senato
Andrea Liberati – M5S Regione Umbria