Catini e Serafini, insieme alla formazione di Fratelli d’Italia, pronti a lanciare la candidatura del medico eletto nella lista civica di Gianni Moscherini
TARQUINIA – Alberto Riglietti, questo è il nome sempre più forte del candidato a sindaco quale riferimento agli uscenti della giunta Mencarini, Catini e Serafini. Questi ultimi due, dopo i litigi politici che hanno caratterizzato gli due ultimi anni della vita politica cittadina, culminati con la resa e la caduta di Pietro Mencarini, avrebbero trovato dei punti d’accordo per presentare un candidato affidabile e super partes alla prossima tornata elettorale.
Il nome, anche se ufficialmente nessuno lo ha ancora fatto, è quello del dottore Alberto Riglietti.
Attualmente iscritto e militante di Fratelli d’Italia, sarebbe lui il catalizzatore delle ambizioni di Forza Italia (Catini) e della lista civica di Serafini quale candidato idoneo e, soprattutto affidabile, per sostituire, in nome della continuità politica, la missione interrotta da Mencarini.
A tenere a battesimo l’accordo mica pizza e fich,i ma deputati e senatori del calibro di Battittoni e Battilocchio oltre al “fratello” Rotelli (almeno così dicono o al massimo millantano).
Il dottor Riglietti è persona affidabile. Una persona retta che non cambia mai idea e che non tradisce (Sic!). Uno tutto d’un pezzo che potrebbe convincere anche il quasi scomparso politicamente, Gianni Moscherini, ad aggregarsi alla grande accozzaglia pronta a sfidare chiunque alle prossime amministrative di primavera.
Del resto anche Riglietti ha bisogno di chi sappia tenere buoni i residenti di San Giorgio con promesse fuori da ogni logica e con soluzioni alla portata di esponenti vicini, in un modo o nell’altro, a Mafia Capitale.
Adesso servono generali e colonnelli per occupare le poltrone di potere, poi, successivamente, le truppe che dovranno vincere una battaglia possibilmente al primo turno.
Questo è il grido di battaglia di Catini “er fascetta” che conta così di ritornare in auge dopo le tante polemiche che lo hanno travolto, ingiustamente, in questi ultimi mesi.
Lui non ha fatto il saluto romano nella sua stanza di vice sindaco, né tanto meno era presente.
Lui non ha registrato i colloqui riservati nella stanza del sindaco Mencarini.
Semmai è stato il suo telefonino in carica che misteriosamente si è attivato o qualcuno, maldestramente, ha cercato di incastrarlo attivandoglielo a sua insaputa e registrato gli incontri del Mencarini.
Non è stato lui a dare corda al figlio del volpone Giovanni Guarisco, Marco e tradire un patto con Idea Sviluppo.
Fu Pietro Serafini a tradire gli accordi e a non rispettarli più.
Insomma. Alla fine, scavando a fondo sulla storia di questi ultimi mesi, appare evidente che la colpa di questo naufragio politico sia tutta imputabile al sindaco Pietro Mencarini e per questo, ripresentarsi all’elettorato con un nuovo vestito, offrirà l’opportunità proprio a Catini di tornare ad aspirare alla fascia di vice sindaco al quale tanto era ed è legato.
Alberto Riglietti, persona per bene ci crede. La storia di “Spazi Aperti” e di “Cimicione” è ormai alle spalle. Speriamo che tutta questa messa in scena non serva a fargli fare la fine del bonzo.