VITERBO – Cgl Cisl e Uil, sindacati di base, una rappresentanza dei lavoratori di Cup e Recup delle aziende ospedaliere di Viterbo e il direttore generale della Asl, Daniela Donetti, sono stati ricevuti questa mattina dal prefetto Giovanni Bruno, per discutere dei contratti “da fame” prospettati loro da GPI, società vincitrice della nuova Gara d’appalto per la gestione di Cup Recup e amministrativi delle aziende ospedaliere del Lazio.
Una decurtazione sul salario di circa 200 euro, un contratto di terzo livello “multiservice” invece di quello nazionale del commercio di quarto livello, come prevede la loro mansione, e come è stato fino ad oggi. Dopo scioperi, proteste, tavoli di concertazione ed incontri, oggi i rappresentanti dei 131 lavoratori ospedalieri di Viterbo e provincia hanno potuto confrontarsi con la massima autorità cittadina.
“Non siamo disposti a firmare questi contratti – afferma Lory Arigoni del Cobas – non sono salvaguardati né i salari, né le qualifiche già acquisite. Noi rappresentiamo la Asl, siamo il suo cuore, affianchiamo i dipendenti pubblici dell’azienda e guadagniamo la metà di loro. L’80 percento dei lavoratori sono monoreddito, soprattutto donne e invalidi. Non abbiamo mai saltato un turno, ed inoltre – prosegue Arigoni- il nostro lavoro ha anche un valore morale, poiché abbiamo a che fare quotidianamente con tantissimi utenti che si rivolgono a noi per la propria salute. Quello che ci hanno proposto è un contratto depenalizzante, dopo 20 anni di lavoro non possono toglierci 200 euro su uno stipendio di 700”.
Per il direttore della Asl, Daniela Donetti, “è stata una gara dimensionata in modo corretto in vista anche di nuove aperture di Cup e Recup. Ho incontrato molte volte i sindacati perché la cosa non coinvolge solo Viterbo, ma tutto il Lazio. Per quello che riguarda le aziende ospedaliere di Viterbo, ho concesso loro una proroga prima fino al 22 dicembre ed ora fino all’ 8 gennaio, ma la situazione non potrà di certo andare avanti così”.
L’ultimo a prendere la parola è il prefetto Giovanni Bruno, che chiede seccamente “Il contratto prospettato prevede la clausola di salvaguardia a tutela dei lavoratori?” Negativa la risposta unanime.
Il prefetto si è allora riservato di incontrare i vertici regionali per discutere della questione e riconvocare i presenti.
Nel frattempo si attende sia il pronunciamento del Consiglio di Stato, Anac e Corte dei Conti, sulla legittimità della gara d’appalto, sia il rispetto della legge regionale n16 del 18 settembre 2007 che prevede l’obbligo per Regione e società controllate di salvaguardare livelli occupazionali, salariali e diritti acquisiti dai lavoratori, o in caso contrario la risoluzione del contratto.
Ai seguenti link tutta la storia di questa spinosa vicenda :
https://www.etrurianews.it/2018/12/15/regione-lazio-ecco-i-contratti-capestro-prospettati-ai-lavoratori-cup-e-recup/
https://www.etrurianews.it/2018/12/22/cup-e-recup-lazio-la-battaglia-continua-presto-un-incontro-in-prefettura/
https://www.etrurianews.it/2018/12/01/scontro-lavoratori-cup-recup-con-la-regione-lazio-le-due-nuove-societa-non-hanno-voluto-incontrare-i-sindacati/
https://www.etrurianews.it/2018/11/27/appalto-cup-regione-lazio-la-guerra-dei-dipendenti-viterbesi-sfruttati/