Raggiunto l’accordo grazie alla mediazione fondamentale del Prefetto Giovanni Bruno. Gioia a metà dei lavoratori che comunque perdono una fetta del loro già misero salario
VITERBO – Ieri all’ora di pranzo il termine ultimo, imposto dal prefetto di Viterbo, per accettare o meno le condizioni imposte da Gpi, società vincitrice della gestione dei servizi ospedalieri del Lazio, e firmare i famosi contratti di lavoro, che coinvolgono oltre 150 lavoratori viterbesi di Cup, Recup e amministrativi della sanità pubblica locale. Ultima chiamata, ieri in prefettura, dove si è di nuovo riunito il tavolo di concertazione composto da Asl, sindacati, lavoratori e Gpi, società entrante.
Finalmente si raggiunge l’accordo, non quello sperato dai lavoratori, ma il meno doloroso. Non più un taglio sui salari di 200 euro, ma di circa 50/70. Dopo diversi incontri, questo è il massimo che si è riuscito ad ottenere, poiché il problema vero risiede all’ inizio di tutta la vicenda, nel bando di gara regionale, e nell’accettazione dello stesso (anche da parte dei sindacati).
I contratti intanto, continuano ad essere di terzo livello multiservizi, (vedi sotto) mentre i precedenti erano un quarto livello (commercio). La Asl, rappresentata dalla direttrice amministrativa Maria Luisa Velardi, ha annunciato che aumenterà le ore lavorative, con l’abolizione della spending review, cercando di limitare al minimo la perdita di soldi per i lavoratori. Il prefetto, Giovanni Bruno, vigilerà sul buon andamento delle promesse fatte nei tanti incontri: “Tra quindici giorni, quando la situazione comincerà ad essere a regime, convocherò un nuovo tavolo, anche con il rappresentante della Regione”.
Appunto la Regione, la maggiore responsabile di questo disastro, colei che in una nota del 26 settembre specificava:“l’amministrazione regionale ha già da quindici giorni stipulato un importante accordo con Cgil, Cisl e Uil per assicurare nel cambio appalti del Cup regionale il totale riassorbimento dei lavoratori e il mantenimento dei livelli retributivi”.
Intanto si aspetta il pronunciamento di Anac, Corte dei Conti e Consiglio di Stato, è la stessa consigliera del M5s Silvia Blasi a dichiararlo: “Abbiamo fatto un esposto all’Agenzia Nazionale Anti Corruzione grazie al quale è stata aperta un’istruttoria. Abbiamo scritto alla Corte dei Conti paventando un forte danno erariale in quanto, a nostro parere, la Regione ha stanziato dei soldi post gara in modo irregolare. Inoltre abbiamo fatto intervenire l’ispettorato e il Ministero del Lavoro. Con la lettera all’Anac, è stato chiesto di verificare la legittimità del contratto applicato ai dipendenti e se l’eventuale minor costo del lavoro derivante dal contratto, possa aver determinato un’eventuale anomalia dell’offerta”.