Paita, Pizzetti e Pagani: Toninelli batta colpo, no alla privatizzazione
ROMA – “Il Ministro Toninelli batta un colpo e dica, una volta per tutte, qual è la posizione della maggioranza sui porti italiani. I Porti sono infrastrutture strategiche e non possono vivere nell’incertezza che metterebbe a rischio milioni di euro di investimenti su tutto il territorio nazionale”. Così i deputati democratici Raffaella Paita, Luciano Pizzetti e Alberto Pagani dopo che sul futuro delle Autorità portuali sono intervenuti, con posizioni diametralmente opposte, il vice ministro leghista Rixi e il capogruppo M5s Patuanelli.
“Nonostante le dichiarazioni del capogruppo Patuanelli – precisano Paita, Pizzetti e Pagani- il Governo sembra volersi addentrare in una strada molto pericolosa per i Porti italiani. Nascondendosi dietro una lettura strumentale pronunciamento della Commissione europea, che pretenderebbe il pagamento delle tasse sugli introiti dei canoni demaniali per le autorità portuali, il viceministro Rixi propone infatti di smontare completamente il sistema pubblico e di trasformare le Autorità portuali in società per azioni.
Nulla di più sbagliato: le autorità di sistema portuale sono enti pubblici non economici e gestiscono il demanio per conto dello Stato e come hanno già confermato molti pronunciamenti i canoni non sono assoggettabili a tassazione. Il Governo – proseguono i deputati dem – ha il dovere di dire cosa vuole fare e come intende muoversi. La trasformazione in SPA non solo non risolverebbe il Problema delle procedure burocratiche che derivano dall’inserimento, da parte del Ministro Tremonti (governo Lega-Berlusconi) delle autorità portuali nell’elenco Istat, ma porterebbe di fatto al rischio di privatizzazione del demanio pubblico e il venir meno del controllo pubblico. Il governo – concludono – deve difendere l’attuale impianto normativo in sede comunitaria e allo stesso tempo pensare ad una sburocratizzazione senza pericolose scorciatoie. Deve invece attuare la programmazione nazionale e un effettivo coordinamento così come previsto dalla legge Delrio”.