Associazioni e commercianti contrari al progetto del Polo turistico con annesso outlet da 70 negozi. L’amministrazione accelera
CIVITAVECCHIA – A tre mesi dalle elezioni comunali, dopo cinque anni di ritardi, rinvii, tentennamenti e polemiche, l’amministrazione grillina spinge il piede sull’acceleratore per uno dei progetti più contestati, quello riguardante il fondo immobiliare ad apporto pubblico.
La Giunta ha infatti approvato la delibera che dà il via al conferimento dei primi due beni, gli immobili di Fiumaretta e di via Pecorelli, oggetto di valorizzazione. Il primo ospiterà il Welcome Center, mentre a via Pecorelli sorgeranno uffici pubblici: entro fine mese è prevista la stipula dell’atto notarile di conferimento. E soprattutto sul primo progetto, quello del polo turistico a Fiumaretta, con annesso outlet da 70 negozi, non si spengono le critiche.
Per il consigliere della Svolta Daniele Perello si tratta di «un progetto folle fin dall’inizio, che duole al porto, ai commercianti locali e al turismo in città. Tra le prime cose che dovrà fare la prossima amministrazione – ha sottolineato – una sarà quella di ritirare questa delibera».
Sull’accoglienza turistica, Perello suggerisce un migliore utilizzo di largo della Pace, costruendo lì un vero e proprio terminal, «per metà coperto e per metà scoperto – ha aggiunto – dove i bus possono entrare ed uscire in posti delineati e semi coperti. Qui si apre una fase di revisione di viabilità portuale e cittadina, comprese anche di linee autobus a servizio turistico ed informazione all’interno e all’esterno del porto».
«Impediamo la speculazione di Fiumaretta – ha tuonato poi Roberto De Vito, dell’associazione ‘‘In nome del popolo inquinato’’ – non facciamo privatizzare l’ultimo spazio utile della città, non permettiamo di distruggere l’economia ed il settore del commercio locale, non permettiamo di realizzare l’ennesimo e vergognoso atto senza il parere dei civitavecchiesi». E a lorosi rivolge De Vito, alle famiglie, alla politica, alle associazioni, ai sindacati, al tessuto economico e produttivo. «Mobilitiamoci immediatamente per impedire a Cozzolino e alla sua Giunta di commettere un’azione simile al forno crematorio industriale – ha concluso – sotterrando per pochi giorni l’ascia di guerra e le bandiere per il bene della città a prescindere dalle posizioni personali».