AMATRICE – Richiesta di rinvio a giudizio per l’ex sindaco di Amatrice, ora consigliere regionale del Lazio, Sergio Pirozzi, accusato di omicidio colposo nel crollo di una delle palazzine di piazza Augusto Sagnotti dove morirono 7 persone, schiacciate dalle macerie durante il devastante terremoto del 24 agosto 2016 che in pratica rase al suolo l’intera cittadina. Il giudice del tribunale di Rieti, Riccardo Giovanni Porro, ha fissato al 17 aprile prossimo l’udienza per decidere se davvero Pirozzi, “in qualità di sindaco di Amatrice dal 9 giugno 2009, e responsabile della Protezione Civile, pertanto garante dell’incolumità dei cittadini”, abbia provocato la morte dei cittadini nel crollo della palazzina, assieme agli altri 7 imputati del procedimento. In particolare, secondo la procura, Pirozzi “consentiva, o non impediva, il rientro, nonché la permanenza fino al 24 agosto 2016, nelle proprie abitazioni degli inquilini di piazza Sagnotti”. Nonostante fosse in essere un’ordinanza di sgombero di quella stessa palazzina emessa il 16 aprile 2009, a seguito dei danni provocati dal sisma de L’Aquila, dal predecessore di Pirozzi, l’allora sindaco di Amatrice, Carlo Fedeli. Ordinanza che lo stesso Pirozzi non revocò mai.
La stessa richiesta è stata formalizzata anche a carico di Ivo Carloni, all’epoca dei fatti direttore dei lavori di riqualificazione dell’edificio, Valerio Lucarelli e Giovanni Conti, funzionari del Genio Civile di Rieti che diedero parere favorevole al progetto di “miglioramento sismico” della palazzina, dei dirigenti dello stesso Genio Civile, Maurizio Scacchi e Maurizio Peron.
Coinvolti anche Virna Chiaretti, allora direttore dell’ufficio tecnico del Comune di Amatrice, e Gianfranco Salvatore, all’epoca comandante dei vigili urbani dello stesso comune del Reatino.
“Finalmente, dopo un anno dalla spettacolare notifica dell’avviso di fine indagini in piena campagna elettorale, la procura ha preso le sue decisioni sull’inchiesta a mio carico, relativa al crollo della palazzina” replica Sergio Pirozzi, ora consigliere regionale del Lazio “questa sembra roba da campagna elettorale ma, grazie all’udienza preliminare nella quale si deciderà sull’eventuale rinvio a giudizio ci sarà un giudice terzo che potrà dare una prima valutazione sulla correttezza del mio operato, sul quale rimango assolutamente sereno. Sarà anche un’occasione per ricordare gli interventi intrapresi da me che hanno permesso di salvare tantissime vite umane. L’udienza sarà un primo atto di chiarezza, doveroso in primo luogo nei confronti dei familiari delle vittime”.
Intanto, a prima firma del parlamentare reatino e sindaco di Leonessa (Rieti), Paolo Trancassini, altro comune terremotato, Fratelli d’Italia presenta una proposta di legge per affrontare gli eventi catastrofici, come terremoti e alluvioni. “Diremo chiaramente come va affrontata la fase emergenziale, quella della ricostruzione e quella del rilancio dell’economia nei territori che vengono coinvolti da questi tragici eventi”.
Il testo viene giovedì 21 a Montecitorio dal vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, dal coordinatore nazionale di FdI, Guido Crosetto, e dai deputati Trancassini, Acquaroli e Prisco.