Le droghe sequestrate dalle forze dell’ordine saranno analizzate velocemente e con più rapidità. Questo consentirà ai magistrati di decidere con maggiore certezza ed inasprire o alleggerire le sanzioni
VITERBO – Presentato oggi l’accordo quadro tra Procura della Repubblica e Università della Tuscia per l’espletamento delle analisi chimico tossicologiche sulle sostanze stupefacenti sequestrate durante l’esercizio dell’azione investigativa della polizia giudiziaria. Presenti all’incontro il magnifico Rettore Alessandro Ruggieri, il procuratore capo Paolo Auriemma, il pm Michele Adragna, il direttore del Dipartimento di Biologia molecolare prof Giorgio Prantera e la professoressa del Deb, Anna Maria Timperio.
“E’ la seconda convenzione in poco tempo per l’Università della Tuscia e la Procura di Viterbo – afferma il magnifico rettore Alessandro Ruggieri– una partnership tra istituzioni finalizzata a rafforzare i valori della legalità. Un contributo per la società e il territorio, verso il quale mettiamo a disposizione la professionalità dei nostri ricercatori.
Abbiamo investito in attrezzature e formazione professionale proprio per offrire un valore aggiunto a chi avrà bisogno delle nostre competenze, delle quali beneficerà la società tutta”.
E’ il procuratore capo Auriemma a prendere la parola “il problema è che normalmente, quando c’è un fermo per detenzione di sostanze stupefacenti, la prima analisi che viene svolta è il narcortest, il quale fornisce un accertamento di massima sulle sostanze presenti.
Spesso gli arresti vanno convalidati entro le 48 ore da parte del giudice per le indagini preliminari. In questo caso il giudice procedeva spesso con il rinvio del processo, proprio in attesa di avere la quantità certa, la composizione dettagliata e lo specifico principio attivo per procedere nella definizione dei procedimenti penali. Una dilatazione temporale che da oggi non esisterà più.
Oggi tutta la valutazione: natura, quantità, qualità e quante dosi potranno essere ricavate, lo sapremo entro 48 ore, termine entro il quale il giudice dovrà decidere la sorte del soggetto fermato. Questo, garantirà inoltre la precisione della contestazione, anche a garanzia dell’imputato”.
Un protocollo che porterà ad un capo di imputazione preciso e celere per decidere sulle restrizioni da applicare. Un servizio alla collettività e alla giustizia che in alcuni casi potrà dare una svolta ad indagini delicate.
“Vogliamo ringraziare i carabinieri e il comandante Egidio – afferma il Pm Adragna – punto di riferimento nel portare avanti il lavoro svolto fino ad ora. Oggi si crea un dialogo tra pubbliche amministrazioni, dove la capacità professionale è elevatissima e le regole da rispettare molto scrupolose”.
“Il nostro laboratorio è all’avanguardia per questo tipo di lavoro. Abbiamo macchinari di ultima generazione e personale altamente qualificato” ha concluso la professoressa Timperio, del Dipartimento di Biologia molecolare, che dovrà portare avanti le analisi.