In occasione della Settimana dei Musei l’ingresso a Villa Lante di Bagnaia sarà gratuito per tutti
Viterbo – Un’imperdibile occasione che permetterà di visitare uno dei parchi Rinascimentali più belli d’Italia in forma gratuita anche questo fine settimana. Inoltre, verrà offerta l’opportunità di visite guidate per conoscere gli splendori delle due palazzine Gambara e Montalto secondo il seguente calendario: sabato 9 marzo: ore 11,00 12.00, 14.30 e 15.30 domenica 10 marzo: 11.00, 12.00, 14.30 e 15.30.
Massimo 25 persone a visita. Prenotazioni lo stesso giorno di visita direttamente in biglietteria. Solo per il sabato sarà necessario prenotarsi tramite email pm laz.villalante@beniculturali.it entro venerdì 8 marzo alle h 20.00 indicando un recapito telefonico e il numero di persone partecipanti alla visita. Qualora il sabato rimanessero posti liberi, sarà sempre possibile prenotarsi presso la biglietteria lo stesso giorno delle aperture. (Anche sabato è comunque gratuito l’ingresso a Villa Lante)
Il Mibac ha anche pubblicato nei giorni scorsi la classifica relativa ai siti più visitati del 2018. Tra musei, monumenti, siti storici, artistici e aree archeologiche statali, Villa Lante di Bagnaia spicca come il sito più visitato della Tuscia. La celebre residenza cinquecentesca si posiziona 71esima nell’elenco del Ministero per i beni e le attività culturali, su una lista che conta oltre 570 opere nazionali. Sono stati 79.547 i visitatori, tra paganti e non, che hanno scelto come meta gli straordinari giardini all’italiana del parco. Numeri importanti che, anche rispetto al bilancio del 2017, segnano una crescita assolutamente positiva.
Villa Lante è uno dei più famosi giardini italiani manieristici del XVI secolo e la sua ideazione è attribuita a Jacopo Barozzi da Vignola. La costruzione cominciò nel 1511 ma fu portata a termine intorno al 1566 su commissione del cardinale Gianfrancesco Gambara. Tuttavia, la villa non ha acquisito questo nome se non quando, nel XVII secolo, passò nelle mani di Ippolito Lante Montefeltro della Rovere.
Villa Lante si compone di due palazzine gemelle anche se costruite da proprietari diversi in differenti periodi. Fu il cardinale Gianfrancesco Gambara a dare il proprio nome alla prima. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1587, gli successe il nipote di papa Sisto V, il cardinale Alessandro Peretti di Montalto, che completò il progetto e costruì la seconda.
I giardini costituiscono l’attrazione principale di Villa Lante, con i loro spettacolari giochi d’acqua, cascate e fontane. Entrando dall’arco bugnato dell’entrata principale, ci si ritrova in un quadrato, perfettamente regolare dove il bosso è plasmato e modellato a formare motivi decorativi che circondano piccole fontane e sculture. Il tratto più caratteristico di questo parterre è la complessa fontana posta al suo centro, formata da quattro bacini, separati da cammini transennati, con i parapetti decorati con pigne di pietra ed urne decorative che intersecano l’acqua. Nel cuore del complesso, un bacino centrale contiene la celebre Fontana dei Mori del Giambologna.
Sopra il parterre principale il visitatore può inerpicarsi attraverso querce, lecci e platani, scorgendo fontane e sculture che si aprono attraverso inaspettati scorci. Si arriva quindi al primo dei giardini a terrazza ascendenti: qui, alloggiata tra due scalinate in pietra, vi è la Fontana dei Lumini, una fontana circolare a gradini. Su una terrazza successiva vi è un enorme tavolo di pietra con acqua che scorre nel suo centro. In questo posto, il cardinal Gambara intratteneva i suoi ospiti. Al di sopra vi è la quarta terrazza, contenente la catena d’acqua, elemento che il Vignola aggiunse a molti giardini del XVI secolo. Visibile anche a Villa Farnese e Villa d’Este, questo ruscelletto scende in cascata al centro dei gradini per concludersi in fondo alla terrazza.
Al livello superiore vi sono ancora fontane, grottini, e due piccoli casini che, come i loro omologhi più grandi sulla terrazza inferiore, hanno un disegno particolare, probabilmente anch’esso del Vignola, con logge aperte sorrette da colonne di ordine ionico. Esse reggono il nome del cardinale Gambara scolpito sulla cornice. Uno dei casini dà accesso a un piccolo giardino segreto di siepi e topiarie.