Denunciata una donna per ricettazione. I carabinieri hanno scoperto reperti di origine etrusca e romana risalenti al VII e III secolo a.C. del valore di 250mila euro
TREVIGNANO ROMANO – Al termine di un’attività investigativa finalizzata al recupero di beni culturali di provenienza illecita, i carabinieri della stazione di Trevignano Romano, con il supporto del Comando Tutela Patrimonio Culturale, hanno denunciato a piede libero una donna del posto per ricettazione ed impossessamento illecito di opere storiche appartenenti allo Stato.
Durante una mirata ispezione scattata nella sua villa, l’attenzione dei carabinieri si è soffermata su alcuni particolari oggetti di arredamento, presenti all’interno dell’abitazione, risultati essere 13 reperti archeologici (vasi, ciotole, anfore, oliere, ampolle e balsamari) di origine etrusca e romana, perfettamente integri, risalenti al VII e III secolo a.C.
Nel corso delle verifiche, inoltre, i militari hanno rinvenuto un capitello architettonico – di dimensioni 70 cm. x 85 cm. – di età romana imperiale e una lastra funebre del XV sec. “trasformata” in tavolo posizionato nella veranda della villa.
Grazie al supporto specialistico della Soprintendenza di Roma, è emerso che la citata lastra era stata rubata dalla Chiesa “San Simeone Profeta” di Roma, luogo sacro sconsacrato e distrutto nella prima metà del ‘900.
I reperti, il cui valore complessivo è stato quantificato in 250mila euro, sono stati affidati al Museo Storico di Trevignano Romano.