Viterbo – “Non siamo contro le nocciole, questo deve essere chiaro, sono una grande risorsa del nostro territorio, addirittura sottovalutata, per questo vogliamo che sia la qualità delle nostre produzioni ad occupare il mercato, non abbiamo alcun pregiudizio contro la Ferrero quello che non accettiamo è l’insostenibilità ambientale – ad affermarlo è Famiano Crucianelli del Bio-distretto della via Amerina e delle Forre, all’incontro che si è svolto oggi in Provincia, per discutere dell’espansione della coltivazione della nocciola nella Tuscia, dopo l’accordo siglato con la multinazionale Ferrero, che prevede centinaia e centinaia di ettari destinati a coltivazione monovarietale – La Ferrero si vanta di essere un’ azienda sostenibile, ma così non è, ci vorrebbe tanto poco a diventare biologica e francamente non capiamo perché non lo faccia, ci sono aziende italiane e mondiali, grandi anche più della Ferrero che si sono tranquillamente aperte al biologico.
Non possiamo vivere solo di nocciole, la storia della monocoltura ci insegna che a lungo termine il mercato ti condanna provocando oltre al danno economico, il danno ambientale quello sul suolo, che una volta che è stato viene chimicamente degradato libera sostanze nocive.
Per avere futuro ambientale ed economico dobbiamo recuperare un tipo di produzione virtuosa e sostenibile”. Crucianelli ha concluso facendo fun appello alle istituzioni, su tutte: Regione Lazio e Prefetto di Viterbo “perché la situazione di illegalità che sta vivendo il territorio con l’uso di pesticidi ed inquinanti non è più tollerabile”.
La parola è passata alla dottoressa Antonella Litta dell’ Associazione italiana Medici per l’ ambiente, “ la vicenda del lago di Vico si inserisce in una vicenda di sfruttamento del territorio molto complessa. Dobbiamo andare verso un atteggiamento che non può essere solo di depauperamento delle risorse sacrificate in nome degli interessi economici, dobbiamo invece tutela il paesaggio che fa parte delle nostre tradizioni e della memoria storica del territorio. Trovare soluzioni per fare una buona economia. La monocoltura è un danno per la tutela delle biodiversità, non esistono pesticidi innocui, come vogliono farci credere, e questi haanno effetti sulla salute umana devastanti (tiropatie, diabete, sfera riproduttiva, cancro). Il lago di Vico sta morendo, abbiamo degli studi dell’Università della Tuscia che lo dimostrano, bisognava limitare urbanizzazione delle coste e l’uso di pesticidi e diserbanti. Il proliferare dell’alga rossa che produce una microcistina cancerogena sta completando l’opera. L’agricoltura intensiva – ha concluso la dottoressa – ha provocato oltre 12 milioni di morti per inquinamento. Dati su cui riflettere e sui quali bisogna agire il prima possibile con delle risposte concrete”