Perugia – Inchiesta destinata ad allargarsi, quella sul sistema di assunzioni pilotate all’ospedale di Perugia, definita dagli inquirenti «di prolungata e abituale attività illecita», dove, secondo l’ordinanza firmata dal gip Valerio d’Andria, devono ancora emergere nomi, ruoli e accuse. Coordinata dai sostituti Mario Formisano e Paolo Abritti, sotto la supervisione del procuratore capo di Perugia Luigi De Ficchy, ha portato ai domiciliari l’assessore regionale alla Sanità, Luca Barberini (Pd), il segretario regionale dem Gianpiero Bocci e il direttore generale dell’ospedale di Perugia Emilio Duca.
Ma non è finita qui, gli uomini della Guardia di Finanza – che hanno utilizzato un software “troian” nei cellulari degli indagati per captare informazioni anche al di fuori delle telefonate – stanno passando al vaglio un’ampia rete di favori e relazioni in cui sono coinvolti primari, politici e dirigenti di altri enti pubblici. Il sistema prevedeva la scelta degli “amici” da piazzare nelle commissioni d’esame. E poi gli uomini di collegamento: politici non di primo piano incaricati di trasferire nomi e informazioni da un punto all’altro della rete. Gli inquirenti spiegano di essersi trovati ad affrontare «un muro di omertà», per far luce su una situazione «bloccata» da diversi anni.
È emerso in maniera evidente nel corso delle indagini che la spinta a delinquere fosse mossa in larga parte dalla volontà per i direttori di ottenere dai vertici politici regionali – scrivono i magistrati nella monumentale richiesta di custodia cautelare al gip – la conferma dell’incarico dirigenziale. Proprio nel mese scorso la Regione ha avviato la procedura per la nomina dei nuovi direttori regionali.
L’intreccio e la trama dei rapporti che l’associazione ha saputo intessere in questi anni – sottolineano Abbritti e Formisano – giustificano un intervento cautelare particolarmente rigoroso». Tanto che la procura aveva sollecitato al giudice le misure in carcere. « L’indagine ha fotografato soltanto un “frame”, anche piuttosto breve, di un contesto criminale che appare radicato da tempo con meccanismi iper collaudati. Peraltro l’assoluto stato di soggezione alle richieste dei politici regionali di maggioranza più importanti dà conto di come sia impossibile che tali condotte criminose si siano nel frattempo interrotte. Ed anzi proprio l’avvicinarsi di scadenze politiche importanti a livello regionale potrebbe acuire l’esigenza di assicurarsi il consenso elettorale tramite la gestione del personale».Adesso, al vaglio degli investigatori ci sono centinaia di carte sequestrate e hard-disk dei computer copiati da cui potrebbero emergere ulteriori profili. Nelle prossime ore invece sarà il gip che ha emesso le misure, Valerio D’Andria a dare il via agli interrogatori (forse già lunedì) degli indagati ai domiciliari (per 60 giorni) e poi di quelli sottoposti alla misura della sospensione.
E ieri pomeriggio, la governatrice Catiuscia Marini – indagata – spiegava le ragioni del suo “non mollo”. «Dichiaro assoluta estraneità ai fatti», ha scandito la presidente, volto tirato e un foglio di appunti scritti a penna sotto. «Ho appreso grazie al puntuale lavoro degli inquirenti una situazione sconcertante, se confermata molto grave per la nostra regione. Sono d’accordo con il segretario del Pd Zingaretti nel chiedere un’indagine non solo celere ma che arrivi all’accertamento della verità».
La ministra della Salute, Giulia Grillo, annuncia verifiche sugli ospedali della regione. “Nelle prossime ore invieremo una task force del ministero della Salute in Umbria per capire la sicurezza delle cure nella regione e la situazione dell’ospedale di Perugia”, ha dichiarato.
La titolare della Salute ha spiegato che l’obiettivo sarà “individuare figure di garanzia da porre in sostituzione di quelle che sono state sospese o sono oggetto di misure cautelari. Ci sembra infatti che tutti i vertici dell’azienda perugina siano stati in qualche modo coinvolti e quindi abbiamo la preoccupazione di come verrà assicurata la continuità organizzativa e amministrativa della struttura. Per questo ho deciso di inviare la lettera alla regione”. Grillo ha anche annunciato che “verificheremo la correttezza dell’applicazione della normativa anticorruzione”.