Viterbo – Mercoledì 12 giugno, a partire dalle ore 14.30, presso il Centro culturale di Valle Faul a Viterbo, si svolgerà il convegno “La gestione partecipata delle cronicità” all’interno del quale la Asl di Viterbo presenterà ai cittadini, alle associazioni di volontariato e ai professionisti della sanità le nuove centrali operative per la gestione del diabete, la Bpco e lo scompenso cardiaco.
All’incontro parteciperà anche il direttore della Direzione salute e integrazione sociosanitaria della Regione Lazio, Renato Botti.
“Quello delle centrali operative per la gestione dei pazienti affetti da patologie croniche – spiega il direttore generale della Asl, Daniela Donetti – è un progetto che nasce dall’esigenza di individuare un modello assistenziale centrato sulla persona e mirato a una presa in carico unitaria e multiprofessionale da parte di tutti gli attori della rete. Il fine è quello offrire una risposta di salute adeguata alle persone affette da malattie croniche, riducendo il peso della patologia sull’individuo, sulla sua famiglia e sul contesto sociale, migliorandone la qualità di vita. Le centrali rendono più efficaci ed efficienti i servizi sanitari, in termini di prevenzione e assistenza, e assicurano una maggiore uniformità ed equità di accesso ai cittadini”.
Le Centrali operative della cronicità (COC) hanno il compito di monitorare e gestire i reminder generati dal sistema, nonché verificano i dati degli automonitoraggi domiciliari, interfacciandosi con i pazienti tramite la App di messaggistica.
I principi cardine del modello sono la prossimità, la sicurezza delle cure e la partecipazione, garantiti attraverso un network informatizzato che consente di collegare in rete i professionisti con un sistema di feed-back generato da funzioni di allerta e di promemoria. Il progetto prevede che i diversi professionisti che si occupano di diabete, di scompenso cardiaco e di Bpco, utilizzino la stessa cartella clinica informatizzata e quindi condividano tutte le informazioni del singolo paziente preso in carico da più specialisti che potranno inviarsi dei reminder quando, vedendo il paziente, riterranno che possa essere utile allertare il collega che lo segue per un’altra problematica: spostare le informazioni e non i pazienti.
In particolare, nell’ambito della telemedicina, intesa come offerta attiva, il sistema prevede una App per gli utenti con la possibilità di un automonitoraggio domiciliare e di un servizio di messaggistica tra paziente e professionista.
“Infine, attraverso il patto di cura – conclude Daniela Donetti – i nostri specialisti si impegnano formalmente a garantire a ciascun cittadino l’erogazione delle prestazioni necessarie e appropriate, con modi e tempi predefiniti. Il patto di cura è quindi lo strumento che sancisce l’accordo di fiducia con il cittadino il quale, da parte sua, si impegna ad aderire alle cure proposte”.