Non si dimetterà come aveva detto e pone fine alle velleità del giovane Catini che lo ha sostenuto (inutilmente) per tutta la campagna elettorale
TARQUINIA – Gianni Moscherini torna a farsi vedere in città dopo l’ennesima batosta elettorale rimediata otto giorni fa e la seconda nel giro di due anni. Perso male il ballottaggio con Pietro Mencarini nel 2017. Perso malissimo anche questa volta, con un distacco abissale, quest’ultimo con Sandro Giulivi che correva, tra le altre cose, da solo contro sinistra, centro sinistra e mezzo centrodestra suoi alleati o quasi.
Aveva annunciato a perdifiato sull’ultimatum rivolto da Moscherini ai tarquiniesi. “O questa volta vinco le elezioni… o me ne vado alle Canarie”. Niente! Anche questa volta ha cambiato idea e rimarrà a fare l’opposizione. Anzi! Anche questa volta, come due anni fa, ha annunciato il “Governo Ombra”.
Ormai neanche la fervida, brillante e lucida mente di Miguel de Cervantes Saavedra, autore del pregevole e classico “Don Chisciotte della Mancia”, sarebbe in grado di descrivere l’involuzione politica e manageriale di Moscherini che, imperterrito, ripropone appunto, (come due anni fa) il “governo ombra”.
Nel 2017 aveva sottoscritto un “patto” con il geometra Giovanni Guarisco (bocciato dall’elettorato anche stavolta): “Se perdo mi dimetto ed entri tu“. Le elezioni non le vinse, non si dimise e Guarisco restò fuori dal consiglio comunale. Per settimane, mesi e anni, sputò fulmine e saette contro di lui per rimangiarsi tutto in questi ultimi due mesi.
Adesso, in molti, speravano davvero che la facesse finita con la politica attiva ed invece rimarrà, per la gioia di Manuel Catini che vede, come Guarisco, sfumare l’opportunità di sedersi tra i banchi dell’opposizione.
Nella conferenza stampa convocata questa mattina, dai riassunti trascritti dai pochi ed eroici colleghi presenti, non leggiamo niente di nuovo se non la ricerca affannosa di una vetrina per non rimanere tagliato per sempre fuori dall’agone politico.
Ha parlato senza cognizione di causa di San Giorgio e sull’applicabilità della Legge 28/80. Non ha capito, forse solo lui, che chi deve demolire deve farlo altrimenti rischia l’alienazione anche dei terreni da parte del Comune che, siamo certi, non farà sconti.
Un passaggio poi l’ha fatto sul programma elettorale. Avrebbe accusato Giulivi di aver copiato da lui. La cosa ci ha divertiti, non lo nascondiamo, per questo abbiamo voluto verificare.
Abbiamo ripreso il suo volantino, dove c’era scritto il programma, e confrontato con il tomo di Giulivi.
In quello dell’attuale sindaco, ad esempio, non abbiamo trovato traccia dell’aeroporto per i cargo, destinazione Cina e Africa.
Non v’è traccia del porto turistico, cavallo di battaglia proprio di Moscherini che, oggettivamente parlando, è un settore di cui è assolutamente tra i numeri uno in europa. Niente!
Affinità tra i programmi non ne abbiamo trovate se non sui grandi temi ed emergenze sui quali si sono espressi anche gli altri candidati sindaco.
Nel contempo però, i suoi sodali, si sono divertiti a dileggiare ed offendere in maniera orrenda, Daniela Bordo, prima in ordine di preferenze nella lista “Tarquinia Capitale dell’Etruria” alla quale va tutta la nostra solidarietà e vicinanza. Non è servita l’ennesima lezione offerta da una città che non lo vuole e non li vuole. Evidentemente proprio no.