La giornalista di Repubblica vive da sei anni sotto protezione per le minacce di morte ricevute dal clan mafioso degli Spada
VITERBO – Da sei anni sotto scorta, controllata a vista a tutela della sua incolumità. Una libertà perduta per aver fatto il suo lavoro: la cronista. Lei è Federica Angeli, giornalista di Repubblica, che grazie alla sua preziosa inchiesta sul litorale di Ostia, luogo in cui vive, ha portato in carcere i componenti dell’ organizzazione criminale del clan Spada, da quarant’anni attiva sul posto.Ospite di Ombre festival a Caffeina, la giornalista ha presentato il suo libro “A mano disarmata” edito da Baldini e Castoldi, dal quale è stato tratto l’omonimo film, nelle sale dal 6 giugno, dove ad interpretare il suo ruolo è l’attrice Claudia Gerini.
Un lavoro scrupoloso e faticoso, in un luogo dove, Roma, si tendeva a nascondere la testa sotto la sabbia: “Non si voleva ammettere l’esistenza di una mafia autoctona” afferma Angeli. E intanto gli Spada a Ostia grazie a connivenze politiche e statali si sono radicati.
“Possibile che i gestori di stabilimenti balneari chiamavano questa famiglia per il servizio di guardiania delle strutture?
Non ci si rivolge allo Stato per essere protetti? I malavitosi, l’anti Stato stavano governando Ostia”.
Tra i suoi documenti Federica trova preziose intercettazioni, su tutte quella dove un boss del clan chiede ad un funzionario pubblico che gli venga assegnato il chiosco “di quelli che abbiamo ucciso”.
Con il suo meticoloso lavoro Angeli scopre che gli è stato affidato lo stabilimento più bello di Ostia e da qui ha inizio la sua storia. “Sono andata lì e mi sono trovata di fronte Spada, mi sono qualificata, ho iniziato a fargli domande, e quando si è accorto che stavo registrando mi ha chiuso in una stanza, minacciandomi di morte e facendo allusione ai miei tre figli minori, dicendomi testualmente “ sono quarant’anni che comandiamo, abbiamo tutti nel palmo della mano, contro di noi non vinci”.
Una scelta difficile, che prosegue quando la stessa Angeli è testimone oculare dal balcone di un tentato duplice omicidio tra le famiglie Spada e Triassi.
“Io unica testimone oculare, che di fronte ad un bivio ho scelto di non abbassare la testa e di denunciare”.
Ostia sta rialzando la testa. Tutti arrestati per associazione a delinquere di stampo mafioso in attesa della sentenza definitiva che si celebrerà tra qualche mese.
“All’inizio i miei concittadini non mi vedevano di buon occhio, ero quella che aveva accostato la città di Ostia alla mafia, ora finalmente sono dalla mia parte, ma è stata dura”.
Millesettecento giorni sotto scorta, Federica ha raccontato tutto questo e molto altro nel suo ultimo libro, lei che ha scelto lo Stato e la verità, nonostante la paura per la sua vita e non solo “ Non so cosa deciderà il tribunale ad ottobre con la sentenza, non ho ancora ragionato su cosa sarà di me dopo quella lettura, non posso però negarvi le mie paure”.
E nonostante la paura, continua a vivere a trecento passi dalla casa del boss, perché ha scelto di non abbassare la testa.
Benedetta Ferrari