Viterbo – Nell’ambito del potenziamento dei servizi di controllo e verifica delle infrazioni al Codice della Strada predisposti durante il periodo estivo, la Polizia Stradale di Viterbo, al km.69+000 della S.S. 675 “Umbro-Laziale”, effettuava il controllo di un autoarticolato di proprietà di una ben conosciuta società di trasporti conto terzi della provincia.
In base alle attività di accertamento tecnico e d’indagine realizzate dagli agenti nell’immediatezza, si aveva modo di constatare che il cronotachigrafo digitale, di cui era equipaggiato il mezzo, risultava destare sospetti in merito al suo corretto funzionamento. Emergeva, infatti, in maniera chiara che il conducente, al fine di non consentire al dispositivo tachigrafico di trasmettere correttamente i dati che avrebbero potuto far rilevare il veicolo in movimento ed, in tal modo, eludere il rispetto dei tempi di guida e di riposo previsti dal Reg. CE 561/2006, che tutti i conducenti professionali di “mezzi pesanti” debbono rispettare, aveva manomesso il sistema. L’ alterazione del tachigrafo digitale, consisteva nell’apposizione volontaria di un magnete, di ingente potenza, sulla parte del bulbo che fuoriesce dal blocco del cambio, così da creare un campo magnetico tale da arrestare ed annullare il segnale di trasmissione degli impulsi all’interno dell’insieme “testa di lettura-circuito elettronico” del sensore durante la marcia: tale “congegno” impedisce al bulbo di segnalare al cronotachigrafo digitale il vero e proprio movimento del veicolo. Come detto, i vantaggi illeciti sono molteplici e connessi alle tempistiche durante le quali il conducente può guidare il mezzo: nessun movimento “apparente” del mezzo, nessun tempo di riposo né di guida che deve essere registrato a beneficio dei futuri controlli di Polizia.
Il conducente del mezzo pesante è stato deferito all’autorità giudiziaria e sanzionato con la sospensione della patente di guida ed il magnete è stato posto sotto sequestro. Sono in corso ulteriori indagini per chiarire la dinamica degli eventi.