Viterbo – Una stagione teatrale che abbraccerà un periodo che va da novembre 2019 ad aprile 2020, con 9 titoli di prosa in abbonamento, 4 di danza e 5 spettacoli per le famiglie, a formare un progetto che farà anche quest’anno del Teatro dell’Unione un polo culturale per l’intera provincia, grazie alla collaborazione tra il Comune di Viterbo e ATCL – Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio.
«Quello dell’Unione è uno dei teatri più belli d’Italia, e non solo. Un motivo di orgoglio per Viterbo e per i miei concittadini. Ancor di più per i tanti viterbesi, appassionati del teatro, che ogni anno attendono la nuova stagione di appuntamenti. Anche quest’anno il cartellone propone nomi eccellenti del mondo teatrale e dello spettacolo, alcuni sul palcoscenico dell’Unione per la prima volta. Per altri, un ritorno dopo qualche mese, o qualche anno» spiega Giovanni Maria Arena, sindaco di Viterbo .
«Grazie alla collaborazione e al dialogo portato avanti con il Comune di Viterbo, presentiamo una stagione teatrale con titoli e protagonisti in tournée nei più grandi teatri italiani a dimostrazione dell’alta qualità della proposta artistica, con prezzi contenuti facilmente accessibili al pubblico. In questo senso ATCL svolge un’attività di sostegno e coordinamento concordato con le amministrazioni locali sostenuto dal finanziamento del MIBAC e della Regione Lazio. Inoltre con grande soddisfazione ospitiamo in 2 serate lo spettacolo I giganti della montagna con la regia di Gabriele Lavia, prodotto anche grazie all’impegno del Comune di Viterbo, che purtroppo era stato annullato nella scorsa stagione per un infortunio del Maestro. Lo spettacolo ha ottenuto un grandissimo successo e siamo contenti che apra la stagione del Teatro dell’Unione» spiega ATCL.
Ad aprire la stagione sabato 9 novembre, in sinergia con la Fondazione Teatro della Toscana, il Teatro dell’Unione ospiterà “I giganti della montagna” di Luigi Pirandello, regia di Gabriele Lavia, il testo forse più poetico e visionario dell’autore agrigentino purtroppo rimasto incompiuto.
«Noi sappiamo che Pirandello “sapeva con certezza” di dover morire mentre scriveva i Giganti, il cui titolo iniziale doveva essere I fantasmi. Al medico che lo visitava aveva domandato, un po’ irritato, (lo era sempre quando non stava bene): “Dottore mi vuol dire che è questo?”. E il dottore gli aveva risposto: “Professore… lei non deve aver paura delle parole…. questo è… morire.”
Pirandello, che stava scrivendo una nuova sceneggiatura del Mattia Pascal, la mette da parte e scrive i Giganti di cui aveva già alcune scene del primo atto. Alla fine del secondo atto scrive le ultime cinque parole della sua vita e di tutto il Teatro delle maschere nude: “Io ho paura, ho paura…”
È proprio quell’ “Io…” che mi fa pensare che Pirandello sapesse, e con paura, che non avrebbe mai scritto il terzo atto, lasciando I giganti della montagna meravigliosamente compiuti nella perfetta incompiutezza umana».
Il 30 novembre sarà la volta di “Fronte del porto” uno spettacolo firmato da Alessandro Gassmann, con l’adattamento teatrale firmato da Enrico Ianniello, protagonista Daniele Russo, ambientato nella Napoli di quasi 40 anni fa: i colori della moda sono sgargianti, la sonorità è quella dei film dell’epoca e un cast di 12 attori straordinari porta in scena una storia corale dalla forte carica emotiva e sociale, fatta di relazioni intense e rabbiose e di atmosfere cariche di suspense
Ad aprire il nuovo anno , domenica 8 dicembre, andrà in scena “Ditegli sempre sì”, uno dei primi testi scritti da Eduardo, un’opera vivace, colorata il cui protagonista è un pazzo metodico con la mania della perfezione. Sarà Gianfelice Imparato ad interpretare il ruolo del protagonista Michele Murri; Carolina Rosi sarà sua sorella Teresa; a dirigere la compagnia sarà Roberto Andò, regista abituato a muoversi tra cinema e teatro, qui alla sua prima esperienza eduardiana.
Sabato 11 gennaio, “Madre Courage e i suoi figli”, opera scritta da Brecht quando era già in esilio nel 1938 alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale. Un’opera di contraddizioni e antinomie, a partire dalla principale: Madre Courage si sforza di proteggere i suoi figli dalla guerra, grazie alla quale lei stessa vive e guadagna, ma li perde inesorabilmente uno dopo l’altro. Protagonista una fantastica Maria Paiato con la drammaturgia musicale e regia Paolo Coletta.
Il pluripremiato spettacolo teatrale francese “Le Repas des fauves”, coronato ai Molières 2011 come migliore spettacolo privato, migliore adattamento e messa in scena arriva anche in Italia con “La cena delle belve”, in scena sabato 1 febbraio, ambientato nell’Italia del 1943 durante l’occupazione tedesca nella versione italiana di Vincenzo Cerami e portato in scena da un cast d’eccezione: Marianella Bargilli, Alessandro D’Ambrosi, Maurizio Donadoni, Ralph Palka, Gianluca Ramazzotti, Ruben Rigillo, Emanuele Salce, Silvia Siravo.
Cinque attori di grande livello, Gigio Alberti, Giovanni Esposito, Valerio Santoro, Gennaro Di Biase e Fulvio Pepe, si calano in una partita che probabilmente lascerà i loro personaggi tutti sconfitti, a dimostrazione di come alcuni valori fondamentali delle relazioni umane – amicizia, lealtà e consapevolezza di sé – stiano dolorosamente tramontando dal nostro orizzonte, questo è “Regalo di Natale”, in scena domenica 23 febbraio, di Pupi Avati, con adattamento teatrale di Sergio Pierattini e regia Marcello Cotugno.
Giovane compagnia indipendente che nel giro di pochi anni ha conquistato un suo spazio nei più importanti teatri nazionali, Carrozzeria Orfeo presenta, domenica 15 marzo, “Cous Cous Clan” , drammaturgia Gabriele De Luca, regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi, spettacolo su una deriva distopica del nostro presente.
Pluripremiata dalla Critica Italiana, venerdì 27 marzo, sarà la volta di di “Si nota all’imbrunire (Solitudine da paese spopolato)”, testo e regia di Lucia Calamaro, un’importante riflessione sui rapporti familiari e sull’elaborazione di un lutto, trovando in Silvio Orlando la sensibilità, l’accuratezza, la profondità che soltanto un grande attore può apportare ad un personaggio.
Per concludere sabato 4 aprile con “Minchia signor tenente”, spettacolo che nasce nel 2008, scritto da Antonio Grosso a soli 23 anni, replicato per 370 volte ed visto da circa 70 mila spettatori, parla di mafia ma in maniera totalmente comica e originale.