Maruccio: “è giunto il momento però di esprimere la mia piena soddisfazione per una sentenza che finalmente ha confermato la mia legittima condotta nelle funzioni di consigliere comunale”
CIVITAVECCHIA – Era il 26 settembre del 2016 quando, a distanza di circa sei anni dai fatti contestati, arrivò la sentenza per la questione relativa alla ‘‘Face to face’’, la società che avrebbe dovuto realizzare due palazzine su un terreno in via Terme di Traiano nel cuore della città Civitavecchia.
L’allora giudice Antonella Capri, accolse in parte le richieste del pubblico ministero Mirko Piloni, che aveva richiesto condanne per un anno e sei mesi, con la riduzione ad un anno per l’eventuale concessione delle attenuanti generiche, per i quattro imputati. Otto mesi per l’ex consigliere Alessandro Maruccio, ed un anno per il titolare e l’architetto della società, Claudio e Rosanna Gaballo, e per il direttore dei lavori Marco Censasorte.
I reati contestati, inoltre, furono derubricati: da abuso edilizio ed abuso d’ufficio, a tentato abuso d’ufficio ed edilizio. Questo anche perché, alla fine, le palazzine non sono state costruite e quindi i reati, come sottolineato all’epoca anche dallo stesso pubblico ministero nel corso della sua requisitoria, non si sono mai concretizzati.
All’ex consigliere veniva contestata la votazione della delibera di consiglio sulla variante di prg relativa anche a quell’area.
Secondo l’accusa e poi la sentenza, Maruccio si sarebbe dovuto astenere, come impone la legge quando il provvedimento riguarda interessi propri o di propri famigliari fino al quarto grado. Ed i rappresentanti della società sono zia e cugino dell’ex consigliere. Invece Maruccio votò lo stesso ed il suo voto, secondo l’accusa, fu anche determinante per l’approvazione di quella delibera.
A quella sentenza, ovviamente, Maruccio ha promosso ricorso presso la Corte d’Appello di Roma.
L’esito della sentenza di qualche giorno fa è stato tranciante e di tutt’altro avviso, oltre che liberatorio per Alessandro Maruccio.
Assoluzione con formula piena, poiché il fatto non costituisce reato per l’Avv. Alessandro G. Maruccio dal reato contestatogli di “ tentato abuso di ufficio” in ragione della delibera consigliare a suo tempo approvata anche con il suo voto.
Con questa sentenza, si mette finalmente la parola “fine” ad una vicenda giudiziaria che ha più volte conosciuto gli “onori” della cronaca.
La Corte d’Appello di Roma, nella lettura della sentenza, oltre a riconoscere l’avvenuta prescrizione dei reati e quindi la decadenza per legge del processo, ha prodotto le 50 pagine di motivazione della sentenza del Tribunale di Civitavecchia che aveva condannato l’Avv. Maruccio ad 8 mesi riconoscendo, nel gesto approvativo un tentativo di favorire la Face To Face.
Come spiegato bene in conferenza stampa questa mattina, svolta nello studio dell’avvocato Maruccio, si è volutamente sottolineare i passaggi che hanno portato ad un’assoluzione tranciante che ha, di fatto, liberato dai dubbi le persone coinvolte e sottopose, per mesi, ad un vero e proprio linciaggio mediatico.
«La prima sentenza, enorme per la mole delle argomentazioni a sostegno della propria motivazione, è stata evidentemente demolita proprio nella qualificazione giuridica della condotta tenuta dall’avv. Maruccio che non era, non era mai stata, non poteva essere considerata assolutamente illegittima.
“Non ho mai parlato durante tutti questi anni di processo, durante i quali ho vissuto momenti di scoramento”, ha affermato l’ex consigliere Avv. Alessandro Giuseppe Maruccio, “è giunto il momento però di esprimere la mia piena soddisfazione per una sentenza che finalmente ha confermato la mia legittima condotta nelle funzioni di consigliere comunale – cosa di cui sono sempre stato convinto – al di là della mera declaratoria di intervenuta prescrizione.
L’assoluzione rappresenta una vittoria del Diritto e della Verità ed ha chiarito definitivamente che non vi è stata alcuna commistione tra il mio ruolo di consigliere comunale e gli interessi della Face To Face. Sono state anche annullate le statuizioni civilistiche avanzate dal Comume di Civitavecchia che si era costituito parte civile”.
A tal riguardo, l’Avv. Alessandro G. Maruccio ha inteso rispondere all’ex sindaco Antonio Cozzolino, il quale, all’indomani della sentenza di primo grado, aveva commentato con toni trionfalistici la condanna, evidenziando come la costituzione di parte civile del Comune in giudizio fosse stata dalla precedente A.C. “un atto doveroso e necessario”, definendo una sconfitta delle istituzioni “il fatto che un ex consigliere comunale venga condannato per tentato abuso d’ufficio, avendo votato in conflitto d’interessi una variante urbanistica”: “Esprimere giudizi dal carattere giacobino è tipico di una certa parte politica, vuota di onestà intellettuale. Ad ogni buon conto, e senza alcuna vena polemica, Cozzolino ha già subito il giudizio politico degli elettori”.
“Infine”, conclude l’ex consigliere comunale, “debbo ringraziare i miei avvocati difensori, il Prof. Antonio Fiorella, il Prof. Nicola Selvaggi, i miei colleghi di studio, i testimoni che hanno contribuito a confermare la verità dei fatti per come si sono realmente svolti. Ultimo ma non ultimo, l’altro mio difensore l’Avv. Pier Salvatore Maruccio, che si è sobbarcato anche il rischio di un coinvolgimento emotivo personale, che non è mai trapelato durante tutte le fasi processuali”».