Figlio di imprenditrice del mattone, fa l’autiere (termine militare per indicare autisti e chauffeur, visto che lui è partigiano, ndr) per Enrico Panunzi a tempo pieno, pagato dai contribuenti del Lazio
CANEPINA – Da quando per sbaglio ci siamo imbattuti nel “partigiano dei Cimini“, alias Gianluca Benedetti (detto Gianluchino), le segnalazioni che lo riguardano sono diventate decine, decine e decine, anzi… centinaia.
A prescindere i lavori che regolarmente svolge la madre attraverso la Edil Service Srls, qualcuno anche sotto soglia che gli gira pure l’Ater, dove a svolgere le mansioni di commissario, lo sanno tutti, c’è un altro soldato e forse ex partigiano imposto in quel ruolo da Enrico Panunzi, cioè Ivan Grazini (che non si vergogna ancor oggi a strillare si essere un comunista meglio se con la K maiuscola kol kimono).
Dicevamo. Dove c’è Enrico Panunzi, ovviamente, c’è il suo autiere. Lo scarrozza a destra e manca. Conoscono più Benedetti che Panunzi a momenti.
Come fa però, Gianluca Benedetti, ad essere alla guida della macchina di Enrico Panunzi se, a pagarlo, non è il gruppo regionale del Partito Democratico di cui fa parte quest’ultimo ma bensì la segreteria dell’assessora, sempre regionale, Alessandra Troncarelli, anch’essa espressione e imposta su quella poltrona proprio dal politico di Canepina?
Bene, se andate a vedere il link della segreteria dell’assessora, vi accorgerete che Gianluca Benedetti è assunto a tempo determinato con posto di lavoro a Roma in via del Serafico. (clicca, apri e leggi con i tuoi occhi)
Come fa allora ad essere sempre in giro, Gianluchino, con il consigliere Enrico Panunzi?
Siccome siamo degli sprovveduti, ci hanno segnalato che, essendo un “partigiano dei Cimini“, probabilmente, è sempre in missione.
Rischia il girovita tutti i i giorni scarrozzando Enrico Panunzi in lungo e in largo, per questo la segreteria per la quale dovrebbe lavorare in Regione Lazio e l’assessora Alessandra Troncarelli, gli autorizzano e firmano il permesso di stare in giro o la famosa “missione”.
Sarebbe davvero interessante sapere quanto e se vengono pagate e segnate queste missioni.
Dove dichiara di essere e dove realmente è stato e visto.
C’è da dire che il consigliere regionale comunista. ormai sempre più simile ad un lobbista che ad un politico, Enrico Panunzi, è componente della VII Commissione – Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare. La VII Commissione è presieduta da Giuseppe Simeone che, sulla carta, è di riferimento all’assessorato ma è del tutto autonomo.
Il “partigiano dei Cimini” dovrebbe timbrare 36 ore settimanali (con due rientri obbligatori), come farà è un mistero. Se gli viene firmato il permesso deve rimanere su Roma, se invece va in giro, e accompagna in lungo e in largo Panunzi, fuori provincia, deve ottenere la “missione” che, ricordiamo, ha un costo extra.
Dopo gli scandali di Fiorito e la stretta di maglie sui Gruppi e le segreterie hanno reso le “missioni” una vera e giusta barbarie burocratica, quindi?
Possibile mai che nessuno si sia posto il problema?
C’è solo il caso dell’autiere di Canepina Gianluca Benedetti o ci sono altri casi analoghi?
Insomma, dietro a questo giochetto potrebbero configurarsi tutta una serie di irregolarità a cui bisogna mettere fine.
Del resto, con lo stipendio che si porta a casa Panunzi, non dovrebbe essergli difficile tirare fuori qualche spiccetto per pagarselo conto proprio.
Gianluca Benedetti cosa rischia se dichiara il falso e cioè si fa autorizzare un permesso essendo invece in missione o viceversa?
Sapendo del coraggio che contraddistingue gli antifascisti militanti e la rettitudine morale del “partigiano dei Cimini” Gianluca Benedetti, siamo convinti, senza ombra di dubbio, che si trovi costantemente in missione.
Missioni di pace ovviamente. Tra una missione e l’altra si gusta qualche buon caffè in compagnia di qualche compagno quando capita. Come spesso gli accade anche con il datore di lavoro della mamma imprenditrice del mattone, Ivan Grazini, commissario dell’Ater.
A chi non è mai capitato di vederli sorridere insieme, palando dei “conflitti” e “scorribande” insieme agli altri compagni di partito allo Xo di Viterbo, a due passi dalla stazione di Porta Fiorentina?
Chissà come mai nessuno ha sollevato il problema o si è preoccupato della grave perdita della segreteria dell’assessora viterbese Alessandra Troncarelli che, quasi quotidianamente, deve rinunciare ad un eroico combattente come il “partigiano dei Cimini”, lasciandolo a rischio colesterolo e diabete, facendogli fare la sedentaria vita dell’autiere.
Stiamo aspettando che qualcuno ci consegni qualche sua “bustina” paga per fare due conti e capirne di più. Fare tutto questo passando inosservati è piuttosto semplice visto che, il presidente Zingaretti, di fatto, da presidente della Regione Lazio incassa solo lo stipendio non essendoci mai e delegando i poteri a chi, evidentemente, se ne approfitta.
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