Blera, 11 novembre 2019 – I Carabinieri della Stazione di Blera unitamente ai militari specializzati per la trattazione dei cosiddetti delitti di “violenza di genere“ del Nucleo Investigativo CC di Viterbo e della Sezione Atti Persecutori del Raggruppamento Investigazioni Scientifiche di Roma – hanno messo fine ad anni di violenze morali, fisiche e sessuali cui un quarantunenne straniero ha sottoposto i componenti del suo nucleo familiare.
Si è trattata di una delicata inchiesta giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Viterbo, che è passata attraverso l’azione sinergica di diversi attori sociali, quali gli assistenti sociali del comune di Blera e quel Comando Stazione Carabinieri, che sono riusciti ad intercettare, grazie alla conoscenza approfondita della realtà locale, una situazione di grave disagio in cui versava una famiglia di cittadini stranieri, residenti nel piccolo centro della Tuscia.
Gli elementi probatori raccolti hanno permesso di dimostrare come l’indagato sottoponeva a continue vessazioni i componenti della propria famiglia e segnatamente:
oltre ad umiliare la moglie anche per futili motivi, le impediva di uscire di casa se non per il tempo strettamente necessario ad accompagnare i figlia a scuola ed in caso di ritardo la malmenava; la costringeva ad uscire di casa, indossando l’hijab (il caratteristico velo islamico che copre capelli, orecchie e collo); la costringeva, contro la sua volontà, continui rapporti sessuali e ciò di verificava anche quando la donna era ricoverata in ospedale per un problema di salute ed aveva bisogno di riposo. In un’altra circostanza, appreso dalla moglie di essere incinta di una bambina e non gradendo il sesso del feto, l’ha picchiata, provocandole l’aborto;
soprattutto nei momenti in cui abusava di sostanze alcoliche, le violenze morali e fisiche venivano esercitate anche sui figli di cinque e quattro anni oltre che sul figlio della donna avuto in una precedente relazione. Proprio nei confronti di quest’ultimo, di tredici anni, gli episodi di violenza erano più frequenti perché non era accettato dal padre.
Le risultanze investigative, prodotte dalla Stazione Carabinieri di Blera, corroborate dalle attività a sostegno – quali le audizioni protette svolte nella “sala rosa” di cui dispone il Comando Provinciale di Viterbo dal scorso mese di maggio – svolte dai Reparti specializzati (Nucleo Investigativo e Sezioni Atti Persecutori), della “Rete di monitoraggio sul fenomeno della violenza di genere” dell’Arma dei Carabinieri, hanno permesso alla Procura della Repubblica di Viterbo di chiedere ed ottenere dal G.I.P. del Tribunale di Viterbo l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’uomo, che è stato arrestato e tradotto presso il Carcere Mammagialla di Viterbo, impedendo il protrarsi delle violenze.
I delitti contestati all’indagato sono quelli di maltrattamenti aggravati in famiglia, violenza sessuale e violazione degli obblighi di assistenza familiare, ipotesi aggravate anche con l’introduzione del “Codice Rosso”.