ROMA – “La legge di stabilizzazione occupazionale dei lavoratori socialmente utili, approvata dal Consiglio regionale, afferma sempre più quel “modello Lazio” che si sta affermando sul tema del lavoro. Lavoro che è sostentamento, è garanzia di sviluppo della personalità, è l’unico strumento che consente a ciascuno di noi di stare al mondo e di relazionarsi con gli altri, socialmente ed economicamente. Massima attenzione, quindi, alle persone che hanno bisogno, come confermano le leggi di contrasto al caporalato, quella sui lavoratori digitali e sull’equo compenso, approvate nei mesi scorsi, come pure la proroga dei percorsi dei precari della giustizia”.
Lo dichiara Eleonora Mattia (PD), presidente della IX Commissione lavoro della Regione Lazio.
“Nel 2013, – sottolinea la Mattia – quando Nicola Zingaretti assunse per la prima vota la Presidenza di questa Regione, gli LSU erano 1334 unità e fu sottoscritto un accordo con il Ministero del lavoro che prevedeva per queste persone due “percorsi”: scegliere di fuoriuscire volontariamente dal bacino degli LSU, ricevendo 45 mila euro; oppure essere assunti dagli enti territoriali ove erano impiegati che, a fronte della stabilizzazione, si vedevano corrispondere 30 mila euro. Risorse che venivano dalla compartecipazione tra Ministero e Regione Lazio, rispettivamente per il 40% e per il 60%. A distanza di 6 anni, possiamo dire che quelle scelte hanno dato frutti perché, attualmente, i lavoratori socialmente utili sono 325. Con la legge appena approvata andiamo quindi a completare quel percorso virtuoso, procedendo verso lo “svuotamento del bacino regionale dei lavoratori socialmente utili” e, nel farlo, aumentiamo sensibilmente le risorse a disposizione con un contributo pari a 55 mila euro per chi decide di fuoriuscire dal bacino degli LSU e ben 60 mila euro – esattamente il doppio – ai comuni che scelgono di stabilizzare chi vuole continuare a prestare la propria attività lavorativa”.
“Lo facciamo – conclude la presidente della IX Commissione lavoro -, anche grazie agli emendamenti alla legge portati dall’assessore Claudio Di Berardino, nel solco di valori e principi che contraddistinguono l’azione di questa maggioranza nell’assicurare alle persone un lavoro sicuro e dignitoso, un ruolo nella società che non le discrimini e che non le releghi più in condizioni di debolezza odi fragilità”.