Cinzia, la figlia dell’autore del folle gesto, era molto conosciuta per la sua attività lavorativa con la cooperativa Carli
ORVIETO – Come prevedibile, la notizia del duplice omicidio e suicidio, ha letteralmente sconvolto la comunità di Orvieto e non solo.
Come detto nel precedente articolo, a compiere la carneficina è stato Carlo Carletti, impiegato civile del ministero della Difesa di 66 anni, operativo presso la caserma ‘Nino Bixio’ di Orvieto.
Carlo Carletti era cavaliere della Repubblica Italiana, militante attivo del Pd con cui si era candidato in consiglio alle ultime elezioni comunali e con alle spalle una lunga carriera militare fra Lazio ed Umbria.
La moglie – Rosalba Politi – anche lei ex dipendente del ministero della Difesa, era in pensione.
La figlia – Cinzia Carletti (nella foto presa dal suo profilo facebook) – lavorava invece per la cooperativa Carli che gestisce alcuni edifici e beni culturali di Orvieto fra cui la Torre del Moro e il museo Orvieto Vie in piazza del Popolo.
Con il passare delle ore emergono via via notizie sempre più dettagliate che spiegherebbero il movente di questa ingiustificabile strage messa in atto da Carletti.
Secondo una prima ricostruzione, l’uomo avrebbe freddato la figlia in cucina, mentre quest’ultima stava guardando la televisione, poi la moglie, al bagno, e quindi si è ucciso nel corridoio dell’abitazione di vicolo Sant’Antonio.
Lunedì scorso, Carlo Carletti, avrebbe accusato un malore mentre si trovava al lavoro ed i colleghi si sarebbero prodigati per accompagnarlo a casa dove era stato visitato dal medico di famiglia.
Quest’ultimo – una donna – aveva prescritto non solo un periodo di riposo, ma anche accertamenti di natura psicologica per accertare quali fossero le cause. Una visita specialistica a cui l’uomo avrebbe dovuto sottoporsi proprio in questi giorni ma è arrivata la tragedia a cancellare tutto, lasciando interrogativi sul suo stato di salute che, fino a quel momento, non aveva palesato particolari problematiche.
Il fucile calibro 12 utilizzato per uccidere e uccidersi – l’uomo era cacciatore e l’arma era regolarmente detenuta – è stato trovato accanto al suo cadavere. La moglie e la figlia sono state freddate entrambe con una fucilata al volto a bruciapelo, poi avrebbe rivolto l’arma contro di sé, sempre alla testa, ed ha fatto fuoco.
Roberta Tardani, sindaco di Orvieto, dopo la terribile vicenda di vicolo Sant’Antonio ha dichiarato: “La città – afferma – è sconvolta da questa drammatica notizia che ha coinvolto persone molto conosciute e stimate e i loro familiari a cui, in queste ore, va il nostro abbraccio silenzioso e fraterno, nel ricordo dei loro cari, la cui memoria resterà comunque indelebile in tutti i concittadini, ex compagni di scuola, colleghi di lavoro e amici”.
Orvieto, uccide la moglie e la figlia e poi si toglie la vita