Aggredì pesantemente il lavoratore che ebbe un malore. “Sono peggio dei fascisti. Sono abituato ad avere a che fare con i delinquenti. Vado a casa prendo la P38 e…”
CIVITAVECCHIA – Carlo Alberto Maria Micchi dovrà tornare il prossimo anno a Civitavecchia. Dovrà difendersi, davanti al giudice di pace, dalle accuse di percosse e minacce fatte al lavoratore Alessandro Braccini.
I fatti risalgono al 18 dicembre del 2015.
Correva l’anno 2014, mese di settembre, giorno 15 quando la sciagurata amministrazione del Movimento 5 Stelle nominò questo signore liquidatore della società in house HCS Holding.
Da allora di danni ne ha fatti tanti, tantissimi. Di soldi, tra compensi e rimborsi spese, si è riempito le tasche. Ha lasciato un ricordo bruttissimo poi alla fine, dopo il fallimento, con una lettera protocollata alla segreteria del sindaco il liquidatore della ex holding dei servizi comunali Hcs, posta in fallimento da oltre cinque anni e attualmente in regime di concordato, rassegnò le sue dimissioni dall’incarico.
Era l’anno di grazia 2019, mese di luglio, giorno 13.
HCS-verbale-assemblea-2013
Micchi ha guidato per anni la società, non senza polemiche finendo al centro di diverse contestazioni politiche, traghettandola verso la costituzione della nuova Csp.
A febbraio dello scorso anno Micchi è stato al centro dell’inchiesta avviata dalla Procura Regionale della Corte dei Conti sul mancato incasso della Tia straordinaria relativa all’anno 2012 per un presunto danno erariale da tre milioni di euro.
Le fortissime polemiche legate ai rimborsi che l’ex liquidatore avrebbe percepito impropriamente, con i consiglieri di opposizione che avevano presentato richiesta di accesso agli atti, vedendosela negare.
Anche il segretario generale di allora, la “simpaticissima” Caterina Cordella invitò formalmente il sindaco Antonio Cozzolino, nel 2016, a recuperare le somme percepite da Micchi in violazione di Legge. Tutte questioni rimaste tutt’oggi aperte.
Mentre parecchi pensavano di non veder più questo liquidatore, formato Gabibbo, ecco che si viene a conoscenza di un fatto, fino a qualche giorno fa, almeno per noi, oscuro.
Alessandro Braccini, sindacalista e attivista del Partito Democratico, ebbe un forte diverbio con il liquidatore Micchi.
In quei giorni, Alessandro Braccini, iscritto al sindaco Cgil e rappresentante dei lavoratori della Civitavecchia Infrastrutture, si recò, insieme ad altri due colleghi dal liquidatore per chiedere spiegazioni sul mancato pagamento degli stipendi, in quel periodo arretrati di sei mesi.
Ora non sappiamo come siano andate realmente le cose ma, sta di fatto, che quel pacioccone di Micchi nascondeva, dietro quelle guanciotte antipatiche, anche una rabbia da anarco-insurrezionalista.
Durante questo litigio con il dipendente Alessandro Braccini, finito poi in ospedale soccorso dal 118, il “Gabibbo” si trasformò in “lupo cattivo”.
Approfittando del suo interlocutore, fisicamente non certo un lottatore di MMA, il “pacioccone” Micchi, al grido di battaglia: ” Ti devo mandare a fanculo?… VAFFANCULO!!! Vieni fuori, che credi che ho paura?… Io sono peggio dei fascisti, sono abituato ad avere a che fare con i delinquenti, domani vengo al lavoro con la 38“, causò il malore al sindacalista costretto alle cure mediche.
La prima udienza si terrà davanti al giudice di pace Paola Lombardi il 22 aprile del prossimo anno.
Occorre ricordare che, Alessandro Braccini, a distanza di pochi mesi da questo episodio, come detto lavoratore di Civitavecchia Infrastrutture, venne licenziato dal liquidatore Stefano Sampietro per aver denunciato pubblicamente la situazione in cui versava la società.
Micchi alla sbarra