ROMA – Dopo il prosciutto cotto al vino, anche la Ciambella scottolata di Cori entra nel sistema regionale delle Denominazioni Comunali di Origine (De.Co.).
L’annuncio ufficiale è arrivato martedì 3 dicembre, a Roma, presso il WeGil nel corso della presentazione del progetto Prodotti Origine Comune 2019, promosso da Anci Lazio, Consiglio Regionale del Lazio e Agro Camera Roma. Sono intervenuti: il presidente di Anci Lazio Riccardo Varone; l’assessore regionale alle Attività Produttive Paolo Orneli e il direttore generale dell’azienda speciale della Camera e di Commercio di Roma Carlo Hausmann. Per il Comune di Cori hanno partecipato all’evento il Sindaco Mauro De Lillis e l’Assessore all’Agricoltura e Consigliere nazionale ANCI Simonetta Imperia. Erano presenti i sindaci dei comuni che hanno aderito a questa edizione del bando e i comuni che avevano già ottenuto il riconoscimento De.Co.
La storia ricetta della Ciambella scottolata di Cori risale agli anni ’50 quando una coppia del paese prese in gestione un piccolo forno a legna nel centro storico. L’impasto impiega pochi e semplici ingredienti: farina 00, uova, olio e zucchero. Il termine deriva dalla tecnica di produzione che prevede una doppia cottura, prima in acqua e poi in forno. La ciambella, di colore marrone, ha la forma di un fiore, di grandi dimensioni, e si caratterizza per leggerezza, friabilità e croccantezza. Completano il profilo organolettico l’elevata intensità olfattiva con note di farina, olio e uovo, abbinate a sentori di tostato. Al gusto si presenta dolce, ma non troppo, in quanto povera di zucchero, e con una lieve nota salata.
Il Progetto Origine Comune di Anci Lazio mira a sostenere l’economia locale dei comuni del Lazio, che possono trovare nelle produzioni tipiche del territorio una risorsa su cui riprogrammare il proprio sviluppo. L’obiettivo è tutelare la diversità e la qualità dei prodotti agroalimentari e, nello stesso tempo, concorrere a far emergere la specificità di ogni singolo comune. Anci Lazio con Origine Comune vuole acnhe mettere i comuni in condizione di seguire un modello standard di regolamento comunale per il riconoscimento delle Denominazioni Comunali (De.Co.).
“Le De.Co. rappresentano un cambiamento di rotta nell’ambito della salvaguardia delle identità territoriali legate alla tradizione agroalimentare ed enogastronomica di un luogo – spiegano De Lillis e Imperia – Le De.Co. sono un elemento qualificante per una crescita del prodotto, legandolo in modo inconfondibile al suo territorio di appartenenza e valorizzandone la storia e l’identità. Come tali esse rappresentano anche un valido strumento per tutelare le specificità locali, diffondere lo sviluppo sostenibile, e far perno sugli aspetti endogeni come leva di crescita sociale ed economica”.