ROMA – Dopo il rinvio a giudizio è stata accolta la richiesta di revoca dell’arresto, dal gup romano Emanuela Attura, per il trentenne Manuel Pecci (difeso dagli avvocati Fausto Barili e Carlo Taormina) e l’artigiano 51enne Emanuele Erasmi (difeso da Giuliano Migliorati).
Erasmi e Pecci erano da un anno agli arresti domiciliari rinforzati dal braccialetto elettronico. Anche Pavel aveva fatto richiesta di revoca o alleggerimento ma rimarrà, perché non accolta, nel carcere di Torino.
“La novità importante è che tutti i soggetti coinvolti nel reato associativo hanno chiesto l’abbreviato, mentre i tre che andranno all’ordinario sono imputati solo di reati fine, posti in essere con metodo mafioso”, sottolineava l’avvocato Migliorati, convinto dell’assoluta estraneità di Erasmi.
“Il gup ha disposto un rinvio secco, senza porsi il problema dell’aggravante del metodo mafioso. Ma noi siamo certi che, una volta che arriveranno le sentenze relative ai nove che hanno scelto l’abbreviato, tutti accusati di essere partecipi dell’associazione di stampo mafioso, sarà chiara l’estraneità degli altri tre”, conclude il legale di Erasmi.
“Riteniamo che il dibattimento potrà fare l’opportuna chiarezza sull’effettivo coinvolgimento di Pecci”, commenta l’avvocato Barili, in codifesa con Taormina.
“Pecci non è mai stato neanche lontanamente vicino a un contesto criminale, tanto più di stampo mafioso come quello di cui si parla, seppure in termini di presunzione. Dando per pacifico il contesto criminale, prima di poter parlare di mafia, dovrà intervenire il Gup con almeno una prima sentenza.
Siamo davvero contenti, questo è un primo importante passo avanti, in attesa di celebrare un dibattimento all’esito del quale, siamo convinti, emergerà la totale estraneità del ragazzo da ogni contesto nel quale è stato sino a questo momento coinvolto”, conclude Barili.