Civitavecchia – Allevamento ittico galleggiante, Magliani è caduto nella trappola dei 5 Stelle

Nella conferenza dei servizi del 16 luglio 2019 ha depositato un documento che non da’ più scampo ad eventuali ricorsi datato 2017

CIVITAVECCHIA – Non pensavamo certo che l’articolo pubblicato questa mattina sollevasse così tanta polvere. E’ stato un rincorrere di conferme e smentite. Quello che è certo che ormai solo il Comune di Tarquinia, non invitato dalla Regione Lazio a partecipare alla conferenza dei servizi, può tentare di bloccare il tutto ricorrendo al Tar del Lazio. Andiamo per gradi e cerchiamo di ricostruire i vari passaggi.

La società agricola Civita Ittica (di Verona) ha presentato una richiesta di spostare, le attuali vasche fisse di allevamento pesci a ridosso della centrale Enel, in enormi gabbioni galleggianti a mare.

La Procedura di Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi dell’art. 27 bis, parte II del D.Lgs.n°152/06 e s.m.i. sul progetto di “Realizzazione di un impianto per allevamento ittico in gabbie galleggianti”, nel Comune di Civitavecchia, Provincia di Roma ha seguito il suo corso.

Sono state convocate regolarmente tre riunioni in conferenza dei servizi dove, il Comune di Civitavecchia targato Movimento 5 Stelle, per evitare contraccolpi elettorali facendo così un danno gravissimo alla città, ha pensato bene di non presentarsi.

Per le prime due riunioni, quindi, i contenuti decisionali hanno incassato il silenzio assenso del Comune di Civitavecchia che però, il 16 luglio del 2019, ha avuto la possibilità di ribaltare tutto e purtroppo non l’ha fatto.

Già, perché il neo assessore Manuel Magliani, da poco insediato, poteva prendersi del tempo per studiare le carte e far rinviare quella riunione, riservandosi, di produrre pareri contrari alla realizzazione di questo ennesimo “ecomostro marino” (o almeno così lo definiscono molti esperti), manna dal cielo e cibo a volontà per tutti gli altri.

Atteniamoci però ai fatti. Estrapoliamo la parte che interessa il Comune di Civitavecchia:

Per quanto riguarda il Comune di Civitavecchia non avendo  partecipato alle precedenti Conferenze si è determinato il silenzio assenso e con la partecipazione odierna dell’Assessore alla Conferenza e il deposito dell’atto soprarichiamato si consolida la posizione comunque favorevole del Comune di Civitavecchia all’intervento in esame con le prescrizioni in esso contenute, in ragione di quanto sopra argomentato.

L’assessore ribadisce che si riporta al documento depositato e alle conclusioni in esso contenute.

 

Relazione Annalisa Baldacci

 

I pareri espressamente positivi, quelli da considerare positivi ai sensi di legge, anche per maturazione del silenzio assenso e le posizioni già verbalizzate nelle precedenti sedute della Conferenza,   complessivamente   consentono   di   esprimere   un  giudizio   positivo   unanime,  con prescrizioni, alla realizzazione e all’esercizio dell’intervento in esame.

La Conferenza di Servizi, ai sensi dell’art.14 ter della L.24 1/90 e s.m.i., e dell’art.27-bis del D.Lgs. I52/06 esprime, quindi, parere favorevole sul progetto in argomento alla realizzazione e all’esercizio, a condizione che vengano attuate tutte le prescrizioni indicate nei pareri soprarichiamati.

In quella conferenza di servizi, parliamo quindi del 16 luglio 2019 il neo assessore Manuel Magliani deposita un documento indirizzato al dirigente Gaetano Pepe a firma del Rup Biologo, Annalisa Baldacci.

Questa procedura di assoggettabilità, come potete leggere voi stessi ha un particolare molto rilevante. Porta la data del 20 giugno 2017.

Perché in oltre due anni l’ex sindaco Antonio Cozzolino non ha mai depositato questo documento?

Chi ha consigliato, sbagliando, all’assessore Manuel Magliani di far suo quello scritto?

Siccome la copia non è molto leggibile riscriviamo l’ultima parte che è tranciante e non lascia spazio a sorprese:

Pertanto, preso atto dei risultati degli studi trasmessi da Enel Produzione Spa per conto della Soc. Agr. Civita Ittica, sopra riportati negli aspetti più salienti, che in conclusione evidenziano che l’incidenza ecologica degli interventi di che trattasi, sulle aree dei siti della Rete Natura 2000 risulta complessivamente trascurabile, e tenuto conto del fatto che nell’area interessata insistono numerose, diversificate ed imponenti attività antropiche, oltre l’impianto di pescicoltura, così come evidenziato anche nello studio per la valutazione d’incidenza in cui è riportato che: “Le principali pressioni agenti sul sito interessato, derivano dalla presenza di una grande area industriale al suo confine meridionale (porto e centrale termoelettrica)…”, per quanto di competenza, si ritiene di poter accogliere la richiesta della soc. “Civita Ittica” s.r.l. ed Enel, circa l’istanza per l’avvio della proceduradi verifica di assoggettibilità a VIA, ai sensi dell’art. 20 del D.l.gs. 152/2006 e s.m.i. relativa al progetto di realizzazione di un impianto di pescicoltura offshore , su gabbie galleggianti, evidenziando la necessità che sin dalla realizzazione dell’impianto offshore ed oltre alla messa a regime dello stesso, venga eseguito un programma di monitoraggio sia della componente biotica (animale e vegetale) che abiotica dell’area limitrofa all’impianto stesso, con particolare riferimento a quella dei siti della Rete Natura 2000.

Riteniamo che non sia possibile aggiungere altro. Talmente chiaro! Dunque Magliani, senza saperlo, almeno così ci riferiscono, ha messo il cappello su questo nuovissimo impianto di acquacoltura che farà da cornice allo specchio di mare antistante la Frasca.

Questo l’intero documento in originale: 

 

verbale conferenza servizi

 

Il nuovo impianto produttivo in mare sarà costituito da gabbie galleggianti in un’area antistante all’attuale stabilimento a terra. Nel nuovo impianto saranno allevate spigole e orate, ossia specie già allevate con successo negli altri allevamenti in mare (Toscana e Croazia) e in quello a terra (Civitavecchia). Il progetto prevede la realizzazione di 3 moduli di ancoraggi progettati per ospitare ciascuno 12 gabbie galleggianti, per un totale di 36 gabbie del diametro di 30 metri ciascuna. La concessione si estende per circa 150 ha, dei quali solo 2,5 ha sono occupati dalle gabbie che contengono i pesci.

L’allevamento è costituito da totali 43 vasche in cemento per l’allevamento di spigole e orate: 24 dedicate alla fase di pre-ingrasso e 19 a quella di ingrasso. Le vasche sono alimentate da acqua di mare che, una volta prelevata, viene prima utilizzata dalla Centrale Enel all’interno del proprio ciclo di produzione e poi parzialmente (il 3% circa) destinata all’allevamento ittico gestito dalla Civita Ittica. L’area complessiva su cui insiste l’attuale allevamento è pari a circa 55 ha, di cui circa 20 ha occupati dalle vasche per l’allevamento dei pesci e 7 ha per i bacini di decantazione.

 

2. Elaborato planimetrico

 

L’impianto ittico esistente a terra, in adiacenza alla Centrale Termoelettrica di Torrevaldaliga Nord, è sito in Comune di Civitavecchia, è di proprietà di Enel Produzione e gestito dalla società Civita Ittica. L’impianto esistente, interessato dalla futura dismissione della capacità produttiva, è ubicato in una stretta fascia pianeggiante che si estende parallelamente alla linea di costa, a Nord Ovest dell’abitato di Civitavecchia. Il futuro impianto offshore è localizzato nella fascia costiera ricompresa tra Punta S. Agostino e Punta della Mattonara, ad una distanza minima di circa 1,2 km dalla costa, con una batimetria variabile da 35 a 50 metri.

Alla pesca professionale praticata dalla Flotta di Civitavecchia è fatto divieto di operare entro le 3 miglia dalla costa e comunque entro una batimetrica di 50 m, per tali ragioni il progetto, così come concepito, non determinerà la sottrazione di aree destinabili alla pesca professionale.

La profondità delle gabbie dipenderà dalle dimensioni delle reti impiegate, che saranno differenti durante il ciclo produttivo, ma che varieranno da 5 (in una prima fase) a 10 metri (nella fase finale e fino alla pesca) per un volume di circa 7.000 m3

La volumetrica delle gabbie e la profondità del sito (dai 40 ai 50 m) garantiranno il corretto apporto di ossigenazione e ricambio d’acqua ai pesci, per una produzione volta alla massimizzazione della qualità e del benessere dei pesci.

tavole prospettiche

L’alimentazione verrà svolta giornalmente, condizioni meteomarine permettendo e varierà in base alla temperatura del mare (sarà maggiore nei periodi caldi e inferiori in quelli freddi).

Raggiunta la taglia commerciale, il pesce sarà pescato e portato a terra in appositi contenitori isotermici capaci di garantirne la freschezza fino alla successiva fase del processo di lavorazione, ovvero la selezione e l’incassettamento. Durante l’intero processo produttivo, oltre alle operazioni sopra descritte, gli addetti provvederanno alla manutenzione dell’impianto: la sostituzione delle reti (dalle 2 alle 4 volte per cicloproduttivo per ogni gabbia), la verifica dello stato sanitario dei pesci e l’ispezione delle componenti del reticolo e degli ormeggi (con eventuale loro pulizia, sistemazione o sostituzione). Ognuna di queste operazioni richiede l’impiego di addetti qualificati, di biologi marini o zootecnici, di operatori tecnici subacquei e di figure di responsabilità con il compito di pianificare, coordinare e sovraintendere alle singole operazioni. Le altre fasi riguarderanno le operazioni da svolgersi a terra: gestione del magazzino, manutenzione delle reti, selezione del pesce con relativo incassettamento e gestione della logistica per la distribuzione ai clienti.

concessione

 

Civitavecchia – Il Comune dice sì all’acquacoltura alla Frasca. Davanti la pineta 150 ettari di mare off-limits