Civitavecchia – Morte (assistita) Baffone, non ci sono altri decessi sospetti al San Paolo

Il cardiologo sarà sentito nei prossimi giorni insieme alle tre infermiere di turno la notte tra il 20 e il 21 dicembre scorso

CIVITAVECCHIA – Solo gli esiti degli esami tossicologici potranno “svelare” il mistero sulla presunta morte per sedazione del ristoratore e pizzaiolo, Giuseppe Gaetano, conosciuto da tutti come “Baffone“. La notizia dell’inchiesta a carico di un medico cardiologo dell’Ospedale San Paolo di Civitavecchia ha destato molto scalpore in città.

Un medico molto conosciuto accusato di “omicidio del consenziente” cioè avrebbe assecondato il desiderio di “Baffone” di passare a miglior vita perché malato terminale e stanco delle atroci dolori e sofferenze provocate dal cancro.

Giuseppe Gaetano

Ripercorriamo velocemente la vicenda. La notte tra il 20 e 21 dicembre il cuore di Giuseppe Gaetano smette di battere. I familiari vengono avvisati telefonicamente dal medico, amico di famiglia, che in quel momento lo aveva in cura presso il reparto do cardiochirurgia del nosocomio cittadino.

Al telefono, il medico avrebbe pronunciato delle parole che, secondo i familiari, era alquanto strane. Da qui la seconda telefonata, questa volta registrata, dove il figlio chiede al medico di ricostruire gli ultimi momenti di vita del padre.

L’ho sedato! Me l’ha chiesto cento volte! Non ne poteva più dagli atroci dolori“. Queste in sintesi le parole che avrebbero convinto il figlio a credere che il padre sia stato aiutato a morire dal suo amico medico.

Sotto le feste di Natale il dolore è sicuramente più forte per i familiari e la decisione di sporgere denuncia in Procura per fare chiarezza sulla vicenda.

Il sostituto procuratore Alessandro Gentile apre un fascicolo e iscrive come indagato il medico cardiologo amico di “Baffone” ipotizzando il reato 579 del codice penale, come detto “Omicidio del consenziente”. 

Iniziano le indagini. Il 27 dicembre 2019 i carabinieri della locale stazione bussano al reparto di Cardiologia dell’Ospedale San Paolo di Civitavecchia e sequestrano la cartella clinica del paziente Giuseppe Gaetano.

Il 28 dicembre 2019 viene riesumato il corpo di “Baffone” e trasferito all’obitorio del cimitero Verano di Roma dove verrà svolta l’autopsia.

Gli esami si concludono i primi giorni del nuovo anno e il medico legale chiede 60 giorni per il deposito della perizia. Nel frattempo il corpo di Giuseppe Gaetano rimane a disposizione dell’autorità giudiziaria presso l’obitorio del Verano e non riconsegnato ai familiari.

Con l’inizio del nuovo anno, vengo ascoltate le prime persone informate sui fatti tra familiari e professionisti.

Tra i primi ad essere ascoltati c’è il primario di quel reparto, Marco Di Gennaro. Secondo lui tutto si sarebbe svolto secondo protocollo. Ha difeso l’operato del collega ed escluso, almeno per quanto fosse a sua conoscenza, che ci fossero stati altri casi oggetto di contestazione o di indagine su morti sospette.

Forse, il medico indagato, avrebbe somministrato una piccola pastiglia di calmante a Giuseppe Gaetano che era molto agitato e aveva difficoltà respiratorie.

Se quella pastiglia è stata somministrata è scritto sulla cartella clinica e comunque non è così forte da risultare letale. Cartella oggi in possesso del medico legale che ha svolto l’esame autoptico e tossicologico.

Poi sono stati ascoltati i familiari. Alcuni di loro avevano pensato che ci fosse stata un’altra morte sospetta proprio in quei giorni. Di un altro noto personaggio civitavecchiese ma, dopo gli accertamenti fatti dai militari dell’Arma, è stato escluso qualsiasi tipo di rapporto, se non quello di amicizia con il medico indagato.

L’uomo a cui facevano riferimento i familiari di Gaetano è morto in casa, anche lui dopo una lunga agonia causata da un male incurabile. Dunque non era ricoverato in ospedale e il medico non ha seguito le cure ma ha soltanto chiamato la famiglia per esprimere le proprie condoglianze.

Poi si era diffusa la voce che Giuseppe Gaetano fosse morto in una clinica per anziani e, solamente dopo il decesso, portato in ospedale.

Anche in questo caso le indagini hanno svelato il mistero. Uno dei parenti di Giuseppe Gaetano era andato a parlare con il suo medico di famiglia che, in un primo momento, era convinto che fosse morto in questa clinica privata, avendo memoria di aver letto la cartella clinica del decesso.

Quella cartella clinica c’è, esiste, ma non è di Giuseppe Gaetano bensì di un omonimo il quale cognome finisce con la i ed era deceduto una settimana prima.

In poche parole c’è stato un qui pro quo che ha mandato su tutte le furie il medico ascoltato dai carabinieri a sommarie informazioni.

Questa indagine, al momento, è ancorata solamente all’interpretazione di quella telefonata registrata e all’esito degli esami tossicologici che arriveranno non prima della fine di febbraio.

Come ultimo atto investigativo, saranno ascoltati nei prossimi giorni il medico indagato e le tre infermiere che con lui, quella notte, erano di servizio quando Giuseppe Gaetano è deceduto.

In conclusione, si sta affievolendo fortemente l’ipotesi di una morte assistita e prende sempre più corpo l’idea che questa storia sia solo frutto di un grande malinteso.

 

Civitavecchia – Mistero sulla morte di “Baffone”, c’è un indagato per “omicidio del consenziente”