Scontro all’assemblea con il socio unico (AdSP Tirreno Centro Settentrionale) e Lucio Pavone sui rimborsi e le consulenze
CIVITAVECCHIA – Ennesimo colpo di scena alla PAS (Port Authority Security). Il nuovo collegio dei revisori contabili, insediato non più di due mesi fa, ha rassegnato ieri pomeriggio le dimissioni in blocco nelle mani dell’amministratore unico Raffaele Marcello.
Il nuovo organo di controllo era composto da Valeria Giancola presidente (residente a Francavilla a Mare), Marcello Pollio (residente a Genova), Titoflavio Scibetta (residente a Roma) e supplenti Teresa Cantore (residente a Civitavecchia) e Matteo Pozzoli (residente a Firenze).
Raggiunto telefonicamente dalla nostra redazione, l’amministratore unico Raffaele Marcello si è limitato a confermare le dimissioni dell’organo di controllo.
“Non posso e non sono in grado di aggiungere altro” afferma l’au al telefono: “Se volete dettagli e spiegazioni del perché potete rivolgervi a chi il problema l’ha creato, il responsabile del controllo analogo Lucio Pavone“.
Sconcertati dalla risposta dell’amministratore unico, che non ha voluto risponderci e dare spiegazioni sul perché un collegio nominato da pochi mesi, forse tre ma sicuramente meno, abbia deciso di rassegnare le proprie dimissioni ci ha spinto a telefonare al responsabile di questo ennesimo tsunami, Lucio Pavone, responsabile del controllo analogo della società che era presente in rappresentanza del presidente Di Majo e del segretario generale Macii.
“C’è stata l’assemblea dei soci – ci conferma Pavone – il socio unico ha posto una serie di problemi e, soprattutto delle prescrizioni. Evidentemente non erano compatibili con le prospettive di chi pensava di venire a lavorare qui come se fosse una società florida”.
In poche parole questi signori, ci pare di capire, bussassero a cassa per avere un tantum in più di quello concordato.
Non solo, nonostante la grande inchiesta della Procura della Repubblica di Civitavecchia, le indagini e i controlli della Guardia di Finanza sulla gestione contabile di questi ultimi mesi sui bilanci della società in house, il nuovo management voleva ricorrere all’ennesima ed inutile, dispendiosa due diligence oltre a quelle già strapagate e mai utilizzate in passato.
Se la discussione è nata sul non far spendere i soldi a questi signori la domanda sorge spontanea, per quale ragione sono stati chiamati e, soprattutto, chi li ha voluti e portati a Civitavecchia?