Gli arresti, secondo quanto si apprende, sono stati eseguiti nelle province di Roma, Terni, Padova, Lecce, nonché in Spagna ed in Austria
ROMA – Era considerato da alcuni il quinto Re di Roma. Dopo il “Nero” Carminati e Michele Senese. Un passo indietro a Giuseppe Casamonica e Giuseppe Fasciani c’era lui: Salvatore Nicitra, uno degli ex boss vicini alla “Banda della Magliana”.
Ed è proprio quello del boss di origine siciliana il nome di spicco finito al centro della maxi operazione dei carabinieri del Comando Provinciale di Roma che questa mattina ha portato all’arresto di 38 persone, ritenute appartenenti, a diverso titolo, ad un’associazione per delinquere che vede al suo vertice proprio Nicitra.
Gli arresti, secondo quanto si apprende, sono stati eseguiti nelle province di Roma, Viterbo, Terni, Padova, Lecce, nonché in Spagna ed in Austria.
Nicitra (già in carcere dal giugno 2018 ndr) ha, negli anni, monopolizzato l’area a Nord della Capitale, assumendo il controllo, con modalità mafiose, del settore della distribuzione e gestione delle apparecchiature per il gioco d’azzardo (slot machine, videolottery, giochi e scommesse on line), imposte con carattere di esclusività alle attività commerciali di Roma e provincia.
Le indagini dei militari, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia del procuratore facente funzioni Michele Prestipino, hanno consentito di far luce su 5 cold case, tutti avvenuti nel quartiere romano di Primavalle alla fine degli anni ’80, ad eccezione di uno avvenuto all’interno dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa, che vedono coinvolto Nicitra allo scopo di consolidare il proprio potere criminale nei quartieri romani di Primavalle, Casalotti, Montespaccato, Monte Mario, Cassia ed Aurelio.
Si tratta dell’omicidio di Giampiero Caddeo, del duplice omicidio di Paolino Angeli e di Roberto Belardinelli, dell’omicidio di Valentino Belardinelli e del tentato omicidio di Franco Martinelli. Contestualmente, i carabinieri stanno eseguendo un decreto di sequestro di beni emesso dal tribunale di Roma – Sezione misure di prevenzione riguardante beni, mobili e immobili, utilizzati per la commissione dei reati o comunque acquisiti con proventi illeciti per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro.
È la storia a parlare di Nicitra, ma significativo è il ritratto che ne fa il giudice istruttore Otello Lupacchini nell’ordinanza-sentenza contro la banda della Magliana: «Nicitra, siciliano, con trascorsi di rapinatore, già amico di Franco Giuseppucci e referente di Enrico De Pedis per la commercializzazione della droga nella zona di Pimavalle, il quale per la sua capacità di gestire il gioco, venne anch’e gli arruolato nella banda per conduzione di circoli privati. Quest’ultimo, tra l’altro disponeva già una propria batteria, in confitto con Bebo Belardinelli, operante anch’egli a Primavalle e a sua volta nemico di Danilo Abbruciati».