CIVITAVECCHIA – La Filt Cgil e UGL Mare ritengono insoddisfacente gli esiti del primo Tavolo di crisi straordinario in video conferenza convocato dal Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, Francesco Maria di Majo, per valutare gli effetti dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 sul porto di Civitavecchia in termini di traffici portuali e passeggeri.
“Abbiamo registrato – spiegano Alessandro Borgioni della Filt Cgil e Fabiana Attig dell’Ugl – finita la conferenza nelle conclusioni del Presidente la totale mancanza di presa di coscienza con la realtà che è ormai sotto gli occhi di tutti. La crisi sanitaria accentua le già note difficoltà del porto, che a questo punto debbono essere aggredite con prontezza e decisione.
Quello che abbiamo registrato è che anche una minima tenuta dei traffici commerciali, peraltro già fortemente pregiudicata dal forte calo dell’importazione del carbone per la centrale dell’ENEL, delle auto… non consentirà certamente di compensare l’impatto economico-occupazionale sull’intero sito.
Gli effetti li stiamo vedendo anche in quelle attività di servizi, in queste ore con la Port mobility che attiverà a breve la cassa integrazione, la PAS (Port Authority Security) che, dal 5 marzo scorso, è ufficialmente senza amministratore unico e senza organo di controllo, situazione questa che mette a rischio i livelli occupazionali.
Quello che ci saremmo aspettati dal Presidente era un impegno fattivo presso la Regione ed il Governo nel rivendicare un forte sostegno per il nostro scalo per il ruolo strategico che esso ha come Porto di Roma capitale, ed invece ci siamo trovati un impostazione datata di sei mesi con idee che mal si adattano al contesto attuale ed avremmo voluto fare a meno di leggere inutili proclami sulla sua attività lavorativa che, ricordiamo, eccelle nelle assenze nei momenti topici.
Il Nostro scalo dal 2016 ad oggi ha conosciuto una crisi senza precedenti che ha già messo in ginocchio le tante imprese locali e che ora stanno ricevendo il colpo di grazia da questa pandemia che ha trovato terreno fertile in un luogo fortemente malato e bisognoso di lavoro”. Il tavolo tecnico a cui abbiamo partecipato è servito soltanto a confermare tutti i timori di un dramma economico occupazionale ormai annunciato.
Avremmo preferito fare un comunicato congiunto tra tutte le sigle presenti al tavolo, condividendo anche una posizione comune che, viste, altre comunicazioni di queste ore ci sembra decisamente non esserci. A nostro modo di vedere, sono metodi che non fanno certo un favore ai lavoratori e alle aziende in crisi. Non è mettere la polvere sotto il tappeto che si risolvono le questioni.
L’Ente corre il rischio di una crisi irreversibile, dobbiamo collaborare tutti insieme condividendo le difficoltà e coinvolgendo tutto il cluster portuale e non una porzione.
Il porto per sopravvivere ed eventualmente rilanciarsi deve essere diversificato nelle sue attività, in modo da non replicare l’odierna situazione e questo, per, deve vedere una presa di posizione decisa da parte dei vertici dell’adsp, in grado di poter dialogare con armatori ed istituzioni con la giusta autorevolezza ed un programma chiaro.