Coronavirus – “La Vita in diretta” parla della rsa “Madonna del Rosario”, il focolaio che sta devastando Civitavecchia

Mentre Lorella Cuccarini stava intervistando la signora Cristina, che chiedeva informazioni della madre, quest’ultima veniva trasferita d’urgenza al San Paolo perché le condizioni sono peggiorate

CIVITAVECCHIA – Grazie alla pressione fatta con i nostri articoli, la vicenda sulla Rsa Madonna del Rosario di Civitavecchia è finita sulle cronache nazionali. Questo pomeriggio, dagli studi Rai di Roma, durante la trasmissione “La Vita in Diretta“, Lorella Cuccarini, con la collaborazione della collega Sara Verta, ha intervistato molti protagonisti di questa storia e ricostruito, grazie a queste testimonianze, l’intera vicenda.

In collegamento in diretta da Civitavecchia c’era la signora Cristina che ha la mamma ricoverata nella struttura. Lamentava la scarsa organizzazione e le carenze di comunicazione sullo stato di salute tra le decine di anziani colpiti dal Covid-19 e le loro famiglie. Intervistata anche la responsabile della struttura, l’avvocato Rosalba Padroni, che ha cercato di spiegare le difficoltà che oggettivamente hanno riscontrato in questo periodo e nel contempo tranquillizzare le famiglie sulla situazione. Appena chiuso il collegamento, la sorella della signora Cristina veniva raggiunta telefonicamente dalla struttura che l’avvisava dell’improvviso peggioramento della mamma e dell’immediato trasferimento e ricovero della stessa in terapia intensiva del nosocomio cittadino.

Non solo. Alle 18 e 45 molti dei pazienti ancora non avevano ricevuto la cena. Insomma una situazione che sembra essere sfuggita di mano un po’ a tutti e che fa pensare ad un numero ridottissimo del personale. Del resto basta riguardare i numeri. Spaventosi. Tra i pazienti 40 contagiati più 14 tra medici, infermieri e personale.

La Asl sta cercano dieci unità da inserire in organico ma, a quanto pare, sono stati trovati solo i medici, mancano infermieri e operatori socio sanitari.

La direttrice della struttura, Rosalba Padroni, parla del primo caso (quello dei primi giorni di marzo, ndr) che, con tutta probabilità è stato il paziente ricoverato nel reparto di medicina dell’Ospedale San Paolo e dato il via anche al secondo focolaio.

Anche il reparto di medicina dell’Ospedale San Paolo, giova ricordare, è stato chiuso e isolato.

I familiari si sono organizzati e da domani avranno un contatto diretto con la ASl e un bollettino medico il più aggiornato possibile.

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