Taormina denuncia governo e autorità sanitarie: “Responsabili di seimila morti”

L’avvocato e giurista Carlo Taormina ha annunciato sui Social una denunzia penale contro il governo e le autorità mediche italiane. Motivo della denunzia? La gestione disastrosa dell’emergenza coronavirus

ROMA – “Oggi (ieri, ndr) – scrive l’ex sottosegretario alla Giustizia professor Carlo Taormina – sono occupato perché devo scrivere la denunzia da presentare alla Procura di Roma contro questi cialtroni di governanti e questi tromboni di medici che hanno sulla coscienza 6000 morti per averci chiuso in casa con un mese di ritardo.

Il problema sarà di trovare magistrati che non siano conniventi col potere e che quindi come al solito vogliamo coprire queste gravissime responsabilità. Vorrà dire che denunzieremo anche i magistrati che non dovessero fare il loro dovere. Da cittadini rispettosi delle istituzioni, abbiamo il dovere di fidarci e quindi di provare”.

Proprio in queste ore, si sgretola il muro del “Siamo stati bravi” del governo. Il virologo Massimo Galli, molto onestamente, spiega che l’Italia ha sbagliato nella gestione iniziale. «In Giappone, sono riusciti a circoscrivere il virus per tempo. Hanno individuato velocemente i contagiati, li hanno isolati e hanno ricostruito i loro contatti.

In Italia invece l’ infezione ha circolato almeno per un mese senza che ce ne rendessimo conto. Quando tutti, me compreso, pensavamo di essercela cavata, ecco che siamo stati presi alle spalle».

Un atto d’accusa altrettanto duro arriva dal Fatto quotidiano. “Sapevano dall’inizio di dover rafforzare le terapie intensive, fin “dai primi di febbraio” come dice il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità. Ma è passato un mese prima che il ministero della Salute avviasse l’ acquisto di apparecchi ventilatori. Solo il 5 marzo la Protezione civile ha ricevuto l’ indicazione di comprarne 2.325; solo il giorno dopo è partito il bando Consip per altri 5.000 macchine per la terapia intensiva e subintensiva (gli ormai noti caschi Cpap) ma le consegne non potevano essere immediate e infatti sono ancora in corso”.