ACQUAPENDENTE – Domenica un uomo di 53 anni ha rischiato di morire per l’assenza di un anestesista presso il pronto soccorso dell’ospedale di Acquapendente. Questa figura professionale, nei festivi e prefestivi, è stata infatti dirottata su Belcolle per far fronte all’aumentato carico di lavoro da Covid.
Sul caso è scoppia la la polemica politica. Da una parte la Lega, che chiede l’apertura di un’indagine, e dall’altra l’amministrazione comunale, che diffida la Asl al ripristino del servizio.
“In relazione ai provvedimenti con cui la Aal disponeva la riduzione della presenza del medico anestesista all’ospedale di Acquapendente a causa dell’emergenza coronavirus, che abbiamo accolto con spirito di collaborazione – scrive il sindaco Angelo Ghinassi – ci era stata assicurata la piena funzionalità operativa del Pronto Soccorso attraverso il personale del 118. Tale aspetto è di cruciale importanza, tanto da costituire un presupposto imprescindibile, in mancanza del quale il servizio non garantisce la salute dei pazienti.
Come drammaticamente è stato possibile verificare in concreto – continua il primo cittadino aquesiano – le condizioni annunciate si sono dimostrate meramente apparenti, in quanto la mancanza di un medico anestesista in sede, ha lasciato il presidio di Acquapendente nell’impossibilità materiale di fronteggiare le emergenze che una struttura di pronto soccorso deve poter gestire in sicurezza e tempestività, quali quella che ha interessato il paziente colpito da ischemia, che il giorno 12 aprile ha dovuto attendere svariate ore prima di poter essere stabilizzato, riportando conseguenze ancora da valutare. Risulta ormai evidente il pericolo a cui rimane esposto l’ospedale di Acquapendente ed il comprensorio da questo servito, che non possono più contare realmente sulla struttura di pronto soccorso esistente e deputata a fronteggiare le emergenze della vasta area di competenza.
La condizione in cui attualmente versa il P.S. di Acquapendente, non adeguatamente coperto da personale medico anestesista, costituisce non solo una grave ed inaccettabile limitazione ma addirittura una circostanza di aggravamento e di pericolo per la popolazione che in caso di emergenza si indirizza verso l’ospedale di Acquapendente. Tenuto conto del gravissimo rischio che il perdurare di tale condizione comporta, ho chiesto alla Direzione Sanitaria di ripristinare immediatamente la copertura di personale medico anestesista, onde scongiurare il verificarsi di gravi e irreparabili danni a carico di pazienti critici che allo stato attuale – come già verificatosi – non possono essere stabilizzati in caso di urgenze.
Si tratta con tutta evidenza di una esigenza di tutela e di salvaguardia che neppure la contingente emergenza sanitaria può pregiudicare in quanto avente ad oggetto essa stessa la necessità di fronteggiare situazioni di emergenza che inevitabilmente si presentano e si presenteranno e che, dunque, non consentono di veder stornate risorse di organico, specie specialistiche, che devono, anzi, essere garantite se non potenziate, proprio per poter far fronte all’una ma anche alle altre”.
“Diversamente – fa sapere Ghinassi – non potendo consentire il perdurare di una simile condizione di esposizione ad ingiustificati rischi, a fronte della mancata adozione di idonei ed esaustivi provvedimenti immediati, risulterà inevitabile l’adozione di iniziative di tutela amministrativa e giudiziale idonea al ripristino della capacità operativa dell’unità di P.S. di Acquapendente. La comunicazione, oltre ai dirigenti della ASL e dell’ospedale, è stata inviata anche al Prefetto di Viterbo ed ai Sindaci di Bolsena, Gradoli, Grotte di Castro, Latera, Onano, Proceno e San Lorenzo Nuovo”.