CIVITAVECCHIA – E’ necessario che il porto diventi finalmente quello snodo infrastrutturale della grande catena logistica. Abbiamo un potenziale enorme, ancora inespresso, come porta Getaway di tutto il centro-Italia.
E’ indispensabile, quindi, colmare il gap con gli altri sistemi portuali-logistici, andando a completare quelle infrastrutture portuali e retro portuali strategiche, compresi ovviamente i collegamenti come la Trasversale Civitavecchia-Orte-Terni a Nord, e a Sud con il raccordo A12-Pontina”. A parlare è Fabrizio Poggi, presidente della Ant. Bellettieri, storica agenzia marittima e casa di spedizione, presente da 135 nel porto di Civitavecchia.
Poggi interviene nel dibattito sulla crisi dello scalo marittimo, individuando quello che, a suo giudizio, deve essere il motore dello sviluppo portuale e auspicando la creazione di una cabina di regia in cui le agenzie e case di spedizione siano l’anello di congiunzione tra armatori, imprese e le istituzioni.
“Come presidente della storica Agenzia Marittima e casa di Spedizione Ant. Bellettieri &Co, società che più di tutte ha contribuito nei suoi oltre 135 anni di vita allo sviluppo dei traffici portuali – esordisce Fabrizio Poggi – vorrei allacciarmi ad alcune considerazioni logistico-portuali fatte in questi giorni da molti operatori che hanno avuto ed hanno tutt’ora un ruolo fondamentale per lo sviluppo del porto di Civitavecchia, conosciuto a livello di cluster mondiale di settore come scalo marittimo della Capitale per quanto attiene il traffico delle crociere.
Ma questo ovviamente non può più essere. Infatti la crisi esiziale, dovuta dalla diffusione del COVID-19, che stiamo subendo violentemente deve essere un’occasione di rilancio per il nostro porto. Mi spiego meglio. Il nostro scalo marittimo è quello che in Italia, nel Mediterraneo e, più in generale, in Europa sta pagando più di tutti in termini di contrazioni di traffico, perché basava essenzialmente il proprio core business nei Ro-ro e nelle crociere.
Azzerato questo ultimo, abbiamo assistito all’importanza della diversificazione e del bilanciamento con il settore commerciale-merceologico. E’ necessario che il porto diventi finalmente quello snodo infrastrutturale della grande catena logistica.
Abbiamo un potenziale enorme, ancora inespresso, come porta Getaway di tutto il centro-Italia.
E’ indispensabile, quindi, colmare il gap con gli altri sistemi portuali-logistici, andando a completare quelle infrastrutture portuali e retro portuali strategiche, compresi ovviamente i collegamenti come la Trasversale Civitavecchia-Orte-Terni a Nord, e a Sud con il raccordo A12-Pontina. Per sviluppare la logistica integrata, inoltre abbiamo necessità di aumentare la velocità di ricezione e spedizione delle merci, accorciando appunto le distanze, non solo fisiche, tra il luogo di partenza e quello di destinazione finale cavalcando quella linea “green” secondo cui meno chilometri i camion percorrono su strada meno inquinamento ambientale.
Per addivenire ad un vero sviluppo del porto e della logistica, è inoltre fondamentale creare sinergia ovvero fare sistema tanto a livello di cluster intermodale con i partners di settore vedi ALIS, di cui ci onoriamo di far parte, quanto a livello istituzionale con Regione, AdPS e Governo per recepire quei finanziamenti necessari per le infrastrutture, per cancellare per questo periodo di emergenza i costi portuali sia per le imprese che per gli armatori e, infine, per creare una logistica più green che guardi anche al rispetto ambientale.
Concludo, infine, auspicando che, per favorire uno sviluppo fattivo delle reali necessità e potenzialità del nostro porto e dell’intera Regione Lazio, si crei una cabina di regia in cui le Agenzie e Case di Spedizione siano l’anello di congiunzione tra armatori, imprese ed istituzioni”.