CIVITAVECCHIA – Riceviamo e pubblichiamo: Bufera di sentimenti nella RSA Bellosguardo di Civitavecchia, in isolamento da venerdì 17. Esercito, carabinieri in presidio permanente davanti al cancello per impedire l’assembramento dei familiari.
Un incubo emotivo che incendia le menti già infuocate per gli arresti domiciliari cui tutti siamo sottoposti; un marasma di dichiarazioni che rimbalzano da una parte all’altra come una pallina da ping pong.
Dove si nasconde la verità dell’alto numero di contagi?
Il nemico invisibile sta mietendo le sue vittime in tutte le case di riposo del mondo, i numeri parlano chiaro. Una riflessione però d’obbligo da parte di chi vive la realtà della struttura da anni.
I familiari dal 3 marzo, data del decreto, non hanno avuto più contatti con i propri cari, si sono limitati a consegnare agli operatori nel rispetto delle regole medicine e varie.
La Direzione ha negato anche l’accesso ai familiari. L’ultima paziente accolta in struttura, proveniente da Madonna del Rosario, nota per i suoi 15 decessi risiede al Bellosguardo dal 26 marzo, munita di etichetta (2 tamponi negativi).
Proprio i tanto agognati tamponi fanno la differenza (i test sono stati eseguiti negli ultimi giorni), tanto rumore, troppe parole, una sola voce comune a tutti i familiari del mondo perché in fondo è solo il cuore che piange.
Re Gioia