E’ ora che il sindaco faccia il sindaco e ridisegni la squadra (non solo di governo)
CIVITAVECCHIA – E’ passato un anno da quando la città ha deciso di risollevare le proprie sorti affidandosi ad un gruppo nuovo di persone guidate dall’avvocato Ernesto Tedesco.
Pensavamo che le passate esperienze politiche lo avessero forgiato, così come la sua professione, nell’arte della mediazione e delle decisioni non più rivedibili.
Ci siamo sbagliati un po’ tutti e forse anche lui. Nessuno è perfetto. Siamo umani e non macchine fortunatamente. Ora però la cosa inizia ad infastidire un po’ tutti. Diciamoci la verità. Non si può trovare sempre un colpevole ogni volta che si deve giustificare un’azione.
Ieri è stato ricordato il bombardamento di Civitavecchia da parte degli Americani o pseudo Alleati.
Civitavecchia però porta cicatrici più recenti, provocate dal quell’accozzaglia politica del M5S che l’ha “pentasventrata” per cinque, lunghissimi ed interminabili anni.
Vedere l’altro giorno Antonio Cozzolino parlare di politica su un sito locale ha provocato attacchi di isteria, conati di vomito e dissenteria ai più, figuriamoci ai meno.
Purtroppo però, se nefasti personaggi come Cozzolino sono tornati a far sentire la propria voce, la colpa è pure sua signor Sindaco.
Una volta la CSP, una volta Fiumaretta, poi il Porto, il Covid e via discorrendo non hanno certo agevolato il suo lavoro ma, anche qui, qualche responsabilità ce l’ha proprio lei.
Cominciamo col dire che la sua segreteria e ufficio di gabinetto andrebbero rivisti globalmente.
Non se ne abbiano i suoi attuali collaboratori ma non sono all’altezza del compito che sono stati chiamati a ricoprire. Ognuno di noi ha delle competenze storiche che non possono essere buone per tutte le stagioni. C’è chi zappa, chi porta il trattore, chi scrive a macchina, chi fa l’autista o il pescatore. Chi fa tutte queste cose insieme le fa tutte male. Se non ha capito il messaggio cercherò di essere più esplicito. Chi stampa le pubblicità sugli accendini, pur essendo una brava persona, può salire di grado e stampare la pubblicità sulle magliette ma non interferire sulla politica, intromettersi nei dibattiti o parlare per suo nome e conto con gli imprenditori.
Ce ne sono di validi collaboratori tra i quali attingere intorno a lei. Lo faccia. Poi arriviamo alla sua squadra di governo. La fretta. La gioia di aver vinto. Le spinte di chi aveva preso una manciata di voti in più rispetto ad altri hanno fatto ritardare le nomine degli assessori. Forse la sua giunta è stata l’ultima in Italia ad essersi formata dopo quella data del ballottaggio.
Tutti assessori bravi. Forse qualche partito ha avuto più di quello che meritava e che merita alla luce dei nuovi equilibri nel centrodestra a livello nazionale ma alla fine è andata così.
Il grande dilemma oggi qual è? Togliere l’assessorato alla Lega per darlo a Fratelli d’Italia che vogliono qualche delega in quota Forza Italia?
Un uomo in più e una donna in meno?
Questi sono argomenti che fanno incazzare la gente in questo momento e non faccia l’errore di allungare il naso verso Comuni limitrofi che, fortunatamente per lei, hanno altro a cui pensare.
Che difficoltà c’è ad azzerare una giunta e ridistribuire le deleghe? Nessuna. C’è chi avuto di più e chi quasi niente. Giusto il pensiero del “divide et impera” che hanno coniato gli antichi romani.
Lo applichi senza sentirsi legato “sentimentalmente” a qualcuno. Il suo cognome dovrebbe infonderle coraggio ed invece, troppo spesso, si lascia cadere sulla poltrona, mani penzolanti, minacciando di mollare.
Pensa che minacciare le dimissioni faccia contenti tutti quelli che l’hanno messa lì a governare?
Che ci vuole a cucinare un carbonara senza pecorino. La soluzione è dietro l’angolo e non si lasci influenzare troppo che, come ha visto e sta toccando con le sue stesse mani, non sempre chi cerca di darle buoni consigli indovina. Anzi!