PERUGIA – In Umbria, secondo il report del ministero della salute,“la classificazione settimanale dell’Rt è passata da bassa a moderata per un aumento nel numero di casi e un Rt maggiore di 1, ma in un contesto ancora con una ridotta numerosità di casi segnalati e che, dunque, non desta una particolare allerta”. Il dato sulla velocità di trasmissione del virus, è emerso dalle “pagelle” che il ministero ha dato alle regioni in virtù dell’analisi dei 21 parametri individuati dall’ISS.
A spiegare il perché l’Umbria abbia un Rt a 1,23 è il direttore regionale alla sanità, Claudio Dario:
“Questo dato, che è stato calcolato sulla settimana precedente, risente dei casi positivi che abbiamo riscontrato a Terni in ospedale grazie allo screening a tappeto, ma l’Rt è poco attendibile quando non siamo in una situazione epidemica di incremento, come siamo noi. E questo perché, lo stesso incremento di una unità in mezzo alla pandemia lombarda non modifica niente, dove ce n’è uno solo invece, il secondo è il raddoppio e questo fa crescere il parametro. Il monitoraggio del ministero mette insieme una serie di indicatori che devono essere valutati insieme e in modo integrato, quindi un singolo dato non è significativo in una fase non epidemica come questa.
Essendo noi in una fase a bassa prevalenza, il singolo dato ha poco significato, va letto in un panel complessivo così come il ministero ha previsto per avere il monitoraggio degli andamenti”. E il panel complessivo umbro, spiega il direttore Dario, è molto più che il suo Rt: “ Nella stessa tabella in cui si dice che la nostra situazione è in evoluzione e c’è rischio moderato, che è comunque dovuto al cluster ternano che abbiamo messo sotto controllo, ci sono altri parametri che vanno considerati.
Quindi che vengano messe insieme Lombardia e Umbria è assurdo. E per carpirlo, basta guardare l’indicatore dell’incidenza settimanale per 100 mila abitanti: la Lombardia ha 37.11, mentre l’Umbria ha 2.72. Questo è quello che deve essere messo in evidenza”.
E di fatti, l’incidenza settimanale ogni 100 mila abitanti per l’Umbria, nella tabella viene definita “bassa”. Mentre per quanto riguarda la classe di indicatori raggruppati nella dicitura “resilienza dei servizi sanitari territoriali”, in Umbria ci sono 0 allerte segnalate.
La presidente Tesei non le manda certo a dire al Governo Conte: «Sono allibita, lunedì raduniamo tutti gli esperti per decidere il da farsi. Denuncio? Io prima voglio capire cosa è successo, voglio vedere. Io non annuncio, mi interessano i fatti e il risultato».
E ancora: «Adesso voglio dire che mi hanno chiamato altre persone che sono allibite come me, da altre parti d’Italia. Chiunque abbia visto i numeri reali assoluti della pandemia si rende conto: l’Umbria è la migliore regione nella lotta contro il virus. Adesso qualcuno, in base a un calcolo che non voglio nemmeno immaginare, scopre che siamo una delle tre a rischio? Non so cosa è successo. Non sono un tecnico. Ho letto di un indice Rt. Qualcuno ha provato a spiegarmi che magari siamo stati troppo bravi ad aprile e bastano casi sulle dita di una mano per concludere che l’aumento del contagio è di non so quale percentuale. Ma vi garantisco che mi devono spiegare bene. Il danno che è stato fatto all’Umbria stasera è incalcolabile. Ci tuteleremo in ogni sede. Ma lo sa quali numeri abbiamo?».