Sta diminuendo il numero di casi di Coronavirus e soprattutto si sta affievolendo la letalità con cui si è presentato, sia per effetto dell’isolamento sociale, che del caldo, essendo la stagionalità una caratteristica di tutti i virus respiratori. La curva di contagiosità sta scendendo e la sua aggressività oggi è completamente diversa.
Il virus, secondo l’Infettivologo Matteo Bassetti, presidente della Società italiana di terapia infettiva e direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova ” si sta adattando a noi”.
“Non dimentichiamoci che lo scopo del virus, qualunque esso sia, non è quello di uccidere l’ospite che ha infettato (perché così facendo morirebbe pure lui rischiando di scomparire) ma quello di sopravvivere adattandosi all’ospite stesso. – dichiara il professore – Questo è probabilmente ciò che sta capitando al SarsCOv-2. Si sta adattando a noi, sta perdendo virulenza e forza, perché di forza prima ne aveva tanta e l’abbiamo tastata con le nostre mani. Abbiamo oggi quindi una malattia da COVID-19 meno aggressiva e meno letale, questo è un dato di fatto con evidenze medico scientifiche. Qui all’ospedale “San Martino” di Genova da un mese non è stato più ricoverato nessuno in terapia intensiva per Covid. Vediamo persone di 90 anni che sopravvivono al virus: casi identici a marzo morivano in 4-5 giorni.
Manca ancora l’evidenza pubblicata su riviste mediche (speriamo che i colleghi di Brescia lo facciano presto) – sottolinea Bassetti – dal punto di vista laboratoristico-virologico.
Questa è quello che dicono i molti colleghi e il sottoscritto, che hanno avuto contatto diretto con i malati”.
Idrossiclorichina: “uno studio scientifico ha dimostrato che sia da sola, che in associazione con gli antibiotici, non ha alcun effetto favorevole sui pazienti con il COVID ma anzi provoca alcuni effetti collaterali. Questo farmaco non potrà più quindi essere utilizzato al di fuori degli studi clinici. Noi che abbiamo utilizzato l’idrossiclorochina nelle fasi iniziali dell’epidemia, ci eravamo già accorti della mancanza di effetti positivi. Ora ne abbiamo la prova.
Questa è la medicina dell’evidenza. Osare e sperimentare per il bene del paziente, ma avere anche la capacità di cambiare idea di fronte ai nuovi dati scientifici, se negativi”.
L’invito, però, è quello della prudenza e prevenzione: “In questa fase, nonostante il conforto dei numeri, bisogna comunque mantenere la distanza sociale, utilizzare sempre la mascherina quando serve, e, soprattutto, lavarsi sempre le mani”.
Contro il catastrofismo anche , il professor Remuzzi del “Mario Negri” di Milano, il professor Zangrillo del “San Raffaele”, il professor Galli del “Sacco”, per i quali oggi sarebbe opportuno “uscire dalla logica del bollettino dei morti”.