ARCE – Domani sarebbero stati diciannove anni dalla morte di sua figlia Serena Mollicone, e da quel maledettissimo giorno papà Guglielmo ha lottato per sapere la verità sulla fine di sua figlia, trovata morta con le mani e i piedi legati e la testa stretta in un sacchetto di plastica, in un boschetto ad Anitrella, a dieci chilometri da Arce, provincia di Frosinone.
Oggi il cuore di Guglielmo Mollicone ha smesso di battere, quel cuore che ha lottato come un leone per cercare di far luce sull’omicidio di sua figlia.
Guglielmo Mollicone è morto presso una struttura sanitaria di Veroli dopo l’infarto che lo aveva colpito il 26 novembre scorso, dal quale non si era mai ripreso. Da allora si trovava in coma. Aveva 72 anni.
Per il delitto di Serena Mollicone il tribunale di Cassino deve pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio per l’omicidio della ragazza e l’occultamento del suo cadavere. per 5 persone: il maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, la moglie Anna Maria, il figlio Marco e il maresciallo Vincenzo Quatrale, che sono accusati di concorso nell’omicidio. Quatrale, inoltre, è accusato di istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi. Infine l’appuntato Francesco Suprano è accusato di favoreggiamento.
L’udienza preliminare si è aperta il 13 novembre 2019 ed è subito stata rinviata al 15 gennaio di quest’anno e infine slittata per l’emergenza Covid-19.
La decisione sui rinvii a giudizio non è però ancora arrivata.
Alla luce degli accertamenti compiuti dai carabinieri di Frosinone, dai loro colleghi del Ris e dai consulenti medico-legali, il sostituto procuratore Siravo si è convinta che la diciottenne il giorno della sua scomparsa si fosse recata proprio presso la caserma dei carabinieri, che avesse avuto una discussione con Marco Mottola e che lì, in un alloggio in disuso di cui aveva disponibilità la famiglia dell’allora comandante, la giovane fosse stata stata aggredita. Avrebbe battuto con violenza la testa contro una porta e, credendola morta, venne portata nel boschetto. Vedendo in quel momento che respirava ancora, sarebbe quindi stata soffocata e sarebbero iniziati i depistaggi. Una ricostruzione che i Mottola, come preannunciato quattro giorni fa, dicono di essere certi di poter smontare a colpi di perizie.
Ora in aula al posto di Guglielmo ci saranno Consuelo, sorella di Serena, Antonio e Armida,fratello e sorella di Guglielmo, e tanti cittadini che hanno risposto all’appello sui social con l’hashtag #siamotuttiguglielmomollicone. che continueranno a dimostrare la loro solidarietà a questo padre, ucciso dal dolore e da una giustizia troppo lenta.