ROMA – Il 12 maggio scorso la regione Lazio, con un comunicato trionfalistico, ha tentato di far credere che con una semplice restituzione (dopo mesi) di una ingente somma anticipata a personaggi inaffidabili si potesse chiudere con un nulla di fatto una vicenda dai molteplici lati oscuri.
A parte il fatto che non si è capito il motivo per cui una società che detiene illegittimamente delle risorse pubbliche non riconsegni immediatamente le somme ma si prenda ulteriori 20 giorni per effettuare il bonifico, quello che lascia ulteriormente basiti è la circostanza che anche i larghissimi tempi chiesti per la restituzione sono ampiamente scaduti. E nessuno è in grado di spiegarci questi soldi dove sono realmente. Nel leggere il comunicato della regione, però, qualche dubbio ci assale.
Andiamo con ordine. Questo il comunicato del 12 maggio:
“Regione Lazio, da Ecotech restituiti primi 1mln 746mila euro. L’azienda ha presentato piano restituzione – In data 11 maggio con due distinti bonifici, rispettivamente della Exor Sa e della Ecotech Srl, la Regione Lazio ha ricevuto la restituzione di 1 mln e 746mila euro (746 mila euro Ecotech; 1 mln Exor) pari ad una parte dell’anticipo versato dalla Protezione civile del Lazio per l’acquisto di mascherine, mai totalmente concretizzatosi. La Ecotech srl ha inoltre presentato alla Regione Lazio un piano per la restituzione totale della somma anticipata, pari a 13.520.000 euro, da realizzarsi nelle prossime settimane. Nel dettaglio, al netto delle somme già versate, il piano prevede entro il 22 maggio la restituzione di 3mln 530mila euro da parte di Exor; entro fine maggio 4mln 740mila euro da Giosar; 3 mln 504mila frutto della vendita di dispositivi di protezione individuale”.
Proprio quest’ultima “rata” della frastagliata restituzione rappresenta un paradosso senza precedenti. La ciliegina sulla torta di una vicenda grottesca. La nota della regione parla di 3.504.000 euro “frutto della vendita di dispositivi di protezione individuali” sul mercato libero. Praticamente Ecotech, una società che negli anni ha realizzato utili irrisori, riesce in pochi giorni, attraverso una vendita, a realizzare circa 3,5 milioni. Come realizza questo utile? Facendo impresa con i soldi della regione Lazio che sono in suo possesso da circa tre mesi? Secondo quanto riportato da ilfattoquotidiano.it “anche su questo aspetto si sono concentrate le attenzioni dei magistrati romani. Alcune segnalazioni giunte a Piazzale Clodio parlano di dispositivi ‘simili a quelli ordinati dalla Protezione civile regionale’, forniti ‘da una delle società interessate’, giunti in alcune farmacie della Capitale a prezzi superiori da quelli descritti nelle determine. Se fosse confermato, qualcuno avrebbe acquistato le mascherine grazie all’anticipo pagato dalla Regione Lazio e ora le starebbe vendendo a prezzi superiori, per di più con un margine di guadagno cospicuo”. Aggiungiamo, senza timore di essere smentiti, con l’avallo della regione Lazio che nel comunicato del 12 maggio scorso ha previsto espressamente la modalità di restituzione attraverso un incasso da “vendita di dispositivi di protezione individuale”. Alla faccia di quelle migliaia di imprese che hanno dovuto fare salti mortali per ottenere un prestito di sole 10 mila euro dalla regione previsti dal progetto Pronto Cassa attraverso il portale farelazio.it.
A Repubblica, nei giorni scorsi, l’ufficio stampa della regione ha annunciato che “il 21 maggio è stato avviato l’iter per un decreto ingiuntivo nei confronti di Ecotech e a cascata verso i suoi fornitori”. Vedremo cosa porterà questa azione e quanto si riuscirà a tirare fuori da questo provvedimento anche in considerazione del fatto che il destinatario del decreto ingiuntivo è una srl con un capitale sociale di appena 10 mila euro.
Durante il lockdown abbiamo dovuto convivere con la realtà di milioni di cittadini rimasti immobili dentro le proprie abitazioni, ma i 14 milioni della regione Lazio, in compenso, hanno fatto proprio un bel viaggetto….. per ora di sola andata.
NOVECENTO