ROMA – Riceviamo e pubblichiamo: Modello di Esercizio – È pronto da diverse settimane il Modello di Esercizio, con il nuovo Orario di Servizio, che, costruito da Atac SpA, tiene in considerazione le direttive ANSF, volte ad aumentare il grado della sicurezza di esercizio, e le istanze della nostra Associazione, unite a quelle dei Comuni e delle Scuole interessate alla ferrovia, del Comitato Pendolari e dell’Osservatorio Regionale sui Trasporti. Tuttavia non entra in vigore. Come mai?
La politica dell’immobilismo non ci appartiene – Con la ripresa delle attività, sono tornate a crescere le esigenze del territorio, che però non trovano un riscontro adeguato nell’attuale servizio, ora fermo alla “Fase 2” dell’emergenza sanitaria. Il nuovo orario riesce invece a colmare le lacune del precedente, in vigore dal 16 settembre 2019, e agevolare il distanziamento fisico. Punto di forza è l’intensificazione dell’offerta ferroviaria, mediante una ponderata e congeniale redistribuzione delle tracce orarie, collocale nelle fasce fondamentali della giornata. Rispetto alle attuali 154 corse urbane e 24 extraurbane, il nuovo Modello prevede 192 corse urbane e 40 extraurbane, con l’impiego dello stesso numero di materiale rotabile.
Sicurezza Esercizio – Oltre a favorire il trasporto pubblico collettivo e sostenibile, aumentare la produzione chilometrica e il servizio, a beneficio sia delle esigue casse aziendali che dei pendolari, con particolare attenzione ai lavoratori/studenti della tratta Catalano-Viterbo, la proposta permette di implementare, torniamo a ribadire, il grado di sicurezza di esercizio, con l’eliminazione degli incroci nella tratta Montebello-Catalano e un ulteriore mitigazione nella gestione di quelli compresi tra Catalano e Viterbo, con la presenza di un Dirigente Locale (o Capostazione). Altro aspetto non secondario. Anche e soprattutto in virtù della Disposizione Operativa Atac n° 123 del 17 giugno scorso che, nella fattispecie, evita alle ore 11.36 la contemporaneità degli ingressi nella Stazione di Catalano dei treni 302 e 907, provenienti rispettivamente da Roma e da Viterbo, secondo quanto previsto dai Decreti ANSF n.1/2019 e n.3/2019 e recepiti nella D.O. 241 del 5 novembre 2019. Sette mesi per accorgersi di tale criticità? Ma chi ha svolto la valutazione rischi dell’odierno orario? Questi e altri interrogativi saranno oggetto di una nota specifica, che l’Associazione intende inviare agli organi preposti al controllo per avere delucidazioni in merito alla vicenda. Comunque sia, questa ennesima correzione o toppa, rappresenta un’altra valida motivazione per cambiare in modo radicale l’ossatura del servizio ferroviario, nell’attesa dell’avvio delle opere di raddoppio e riqualificazione.
Conclusioni finali – Considerati i benefici del Nuovo Orario, e la necessità di applicarlo da subito, prima della riduzione estiva, vien da chiedersi: chi lo blocca e/o boicotta? La Regione Lazio si è detta disponibile all’iniziativa per bocca dell’Ing. Carlo Cecconi (Direzione Regionale Trasporti), nel corso della videoconferenza di fine maggio, nella quale era presente l’Assessore Mauro Alessandri. Appare più accreditata l’ipotesi di un cortocircuito all’interno di Atac, in cui sarebbero entrate in conflitto le anime, diciamo, conservatrici con quelle innovatrici.
Ma la ferrovia Roma – Viterbo ha importanza regionale e deve rispondere alle esigenze del territorio che essa attraversa, dal Comune di Roma Capitale all’Area Metropolitana fino alla Provincia di Viterbo. Chiediamo pertanto alla Regione, proprietaria dell’infrastruttura, di interagire immediatamente verso il gestore, affinché provveda immediatamente all’attuazione del nuovo orario.