Roma – “Zingaretti revochi al più presto gli incarichi assegnati a seguito di procedure che il Consiglio di Stato ha definito illegittime, a partire dal Segretario Generale Tardiola e dal Direttore del Personale Bacci, visto lo stato di conflitto di interesse che li investe, dal momento che si sono selezionati reciprocamente e vista l’inerzia nell’adottare qualsiasi provvedimento già a seguito delle prime sentenze del tar nel 2015”
Così la Consigliera M5S Valentina Corrado, a seguito della Sentenza dell’organo di Giustizia Amministrativa che ha dichiarato illegittimi 48 dirigenti esterni nominati alla Regione Lazio, rimarcando anche che, in base alle norme nazionali e regionali, 27 di essi sono in eccesso.
“Dopo anni di contenziosi amministrativi, voluti anche dalla Regione che ha promosso addirittura due ricorsi per revocazione dichiarati inammissibili, siamo finalmente arrivati ad una pronuncia che accerta ed evidenzia, a chiare lettere, quello che abbiamo denunciato fin dalla scorsa legislatura con interrogazioni, esposti e ricorsi, ovvero la fallimentare ed illegittima gestione del personale della Regione Lazio a firma Zingaretti.
La sentenza parla chiaro – continua la consigliera del Movimento 5 Stelle – la correttezza delle procedure è stata violata in più di una occasione e definisce illegittima l’istruttoria della selezione interna volta ad individuare le professionalità idonee a ricoprire gli incarichi dirigenziali in ragione del fatto che è stata svolta dal Segretario Generale organo di natura squisitamente fiduciaria del vertice politico dell’Amministrazione e non dal Responsabile del Ruolo, nonché illegittimo il conferimento degli incarichi dirigenziali in ragione del fatto che sono stati assegnati dopo una ricerca interna volta alla valutazione delle professionalità esistenti, limitata però, ai ruoli dirigenziali e non anche ai funzionari direttivi di categoria D. E definisce altresì illegittimo sia lo sforamento delle soglie percentuali entro cui sarebbero conferibili incarichi dirigenziali a personale esterno, che il conferimento degli incarichi dirigenziali in assenza della propedeutica programmazione triennale.
Insomma una gestione che potremmo eufemisticamente definire allegra, fatta di scelte prive di lungimiranza e di cognizione del reale fabbisogno della macchina amministrativa nel breve e lungo periodo, per la quale potrebbe prefigurarsi un rilevante danno erariale se si considerano anche i ricorsi da parte dei dirigenti interni che in questi anni sono stati esclusi.
La sentenza del Consiglio di stato, che conferma quella già emessa dal Tar, verso la quale la Regione aveva fatto ricorso – conclude Valentina Corrado – è l’ulteriore prova che le nostre contestazioni erano fondate e ci aspettiamo ora che si proceda con la revoca degli incarichi che sono uno schiaffo alla meritocrazia e alla competenza, oltre che una palese violazione delle regole”.