Regione Lazio – “Mascherine fantasma”, la Eco. Tech. ricorre al TAR: “Noi parte lesa”

Udienza al TAR Lazio a marzo del 2021. Con questo escamotage bloccata anche l’ingiunzione di pagamento e Tulumello ancora è lì

ROMA – La ditta di lampadine ha in tasca 14 milioni di euro dei cittadini laziali e ci chiede anche i danni.

Oltre il danno anche la beffa, con i soldi dei cittadini laziali che si allontanano sempre più dalle casse della regione per stazionare nelle tasche di chi, approfittando dell’emergenza Covid, ha incassato la bellezza di 14 milioni di euro senza fornire nessun servizio alla comunità.

Anzi, provocando un ingente danno a medici, infermieri e OS, che durante il picco emergenziale hanno dovuto lottare contro il virus senza le opportune protezioni.

La nota vicenda delle mascherine fantasma della regione Lazio, che ha visto la Protezione Civile regionale guidata da Carmelo Tulumello fare affidamenti per complessivi 35 milioni di euro ad una piccola ditta di lampadine, presenta un nuovo paradossale risvolto: la Eco.Tech, dopo aver incassato 14 milioni di euro senza fornire alcuna prestazione, ha chiesto i danni alla regione Lazio.

Non siamo su “Scherzi a parte”, ma è quello che si evince dalla lettura delle tre Ordinanze emesse dal TAR del Lazio lo scorso 13 luglio.

La Eco.Tech, subito dopo l’annullamento dei contratti milionari sulla fornitura delle mascherine avvenuta il 25 aprile 2020, ha presentato tre ricorsi presso il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio per l’annullamento delle Determinazioni della Regione Lazio – Agenzia Regionale della Protezione Civile che stabilivano la risoluzione dei contratti per la fornitura di 9,5 milioni di DPI.

La ditta dei Castelli romani, però, non si accontenta e, contestualmente, chiede al giudice amministrativo “l’accertamento dei danni subiti e subendi da parte della società ricorrente a causa delle determinazioni assunte dalla regione Lazio”.

Quindi, dopo aver incassato e mai restituito tanti milioni dalla regione Lazio, non aver rispettato il famoso piano di rientro proposto il 12 maggio scorso, la Eco.Tech chiede i danni all’amministrazione guidata da Zingaretti.

Nei ricorsi proposti innanzi al TAR, e precisamente il n. 4382 per la Determinazione G04817, il n. 4384 per la Determinazione G04816, il n. 4388 per la Determinazione G04818, la società di Frascati chiede, inoltre, “l’abbinamento della trattazione dell’istanza cautelare del ricorso in esame al merito, con contestuale fissazione del predetto merito, premettendo che è stato notificato alla ricorrente medesima decreto ingiuntivo da parte della regione Lazio e che è in corso la redazione di opposizione innanzi al Tribunale Civile di Roma; a tale domanda nessuna opposizione è stata avanzata dalla resistente”. Nel caso di specie la domanda di abbinamento al merito dell’istanza cautelare, secondo il TAR, si intende, allo stato, quale rinuncia alla medesima istanza cautelare.

Per questo motivo il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, “dato atto della rinuncia della misura cautelare chiesta con il ricorso in esame a seguito della domanda di abbinamento al merito dell’istanza, ha fissato l’udienza per la trattazione di merito del ricorso per il 9 marzo 2021”.
Grande vittoria degli avvocati della Eco.Tech Andrea Abbamonte e Giorgio Quadri, che con questi ricorsi tengono sotto scacco la regione Lazio almeno fino a marzo 2021.

Mondin con la moglie Perna oggi milionari

Anche perché l’amministrazione guidata da Zingaretti sembra non aver messo in campo nessuna fattispecie incisiva quali il “sequestro giudiziario” o “il sequestro cautelare e/o probatorio. Rimane, dunque, soltanto il decreto ingiuntivo da attuare nei confronti di una S.r.l. con un capitale sociale di 10 mila euro.

In conclusione, quindi, Eco.Tech incassa 14 milioni di euro, non adempie alla prestazione, produce, nella trattativa per ottenere la novazione dei contratti, documenti falsi (la polizza assicurativa e la certificazione SGS ), propone alla regione un piano di rientro che non rispetta e, infine, chiede a Zingaretti i danni. Ottenendo, intanto, il rinvio della discussione al 9 marzo 2021. Intanto, i 14 milioni di euro hanno preso il volo.

Ultime due riflessioni. La prima riguarda il legale rappresentante p.t. dell’Agenzia Regionale della Protezione Civile, Carmelo Tulumello, che, da quanto si legge nelle Ordinanze, ha preferito non costituirsi in giudizio.

La seconda, la scelta del legale a cui affidare il giudizio: si tratta dell’avvocato Rodolfo Murra, appartenete all’Avvocatura regionale.

Almeno in questo caso la regione Lazio ha deciso di “risparmiare” qualcosa affidandosi a professionisti interni all’amministrazione, a differenza di quanto avvenuto nei giudizi innanzi al TAR e Consiglio di Stato sulle numerose nomine dei Dirigenti esterni e che hanno visto la regione Lazio soccombere (in questo caso la regione ha affidato l’incarico ad avvocati esterni con enorme esborso economico).

Con 155 mila euro l’anno più la retribuzione di risultato che la regione Lazio garantisce all’avv. Murra possono bastare, inutile cercare professionisti all’esterno.

NOVECENTO

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